Brescia, sparò al cane ladro di polli: condannato il giustiziere

Un mese di reclusione al sessantenne di Botticino

La Corte d’Appello ha confermato la pena

,esterni tribunale palazzo di giustizia giuseppe zanardelli ,Brescia 18 marzo 2016.

Brescia, 16 novembre 2017 - Davanti  all’ennesimo assalto al suo pollaio ha imbracciato il fucile regolarmente detenuto e ha fatto partire un colpo. Lo sparo non ha dato scampo al ladro di galline, il cane di un cacciatore che nel 2010 in più occasioni si era appostato con la sua doppietta a poca distanza dal pollaio. L’animale aveva trovato nelle galline alcune facili prede da prendere e riportare al proprio padrone. Per lo sparatore, un 60enne di Botticino, sono invece iniziati i guai. L’uomo si era infatti trovato indagato d’ufficio per uccisione di animali. Il tribunale di Brescia in primo grado lo ha condannato a un mese di reclusione e a un risarcimento di 4.500 euro a favore del proprietario del cane. La Corte  d’Appello ha confermato la pena, ma ha annullato il risarcimento: la cifra deve essere quantificata in sede civile.

"Non credevo fosse ancora quel cane - si era giustificato il 60enne di Botticino – pensavo si trattasse di un animale sceso dalla montagna e allora ho sparato". Era invece lo Springer Spaniel inglese di un cacciatore e non era la prima volta che l’animale prendeva di mira il pollaio. Già in altre occasioni il cane si era intrufolato tra le galline seminando il panico e azzannando uno o più polli. Tutte le altre volte la questione si era chiusa con il cacciatore costretto ad aprire il portafogli per risarcire il 60enne della gallina uccisa. L’ultimo assalto era però stato fatale al cane da caccia.

In una giornata di pioggia il 60enne aveva sentito starnazzare le sue galline e il latrare di un altro animale. Senza pensarci troppo aveva imbracciato il fucile e sparato, uccidendo sul colpo il cane sorpreso con ancora tra i denti la gallina agonizzante. Sul posto erano quindi arrivati i carabinieri. Per il 60enne era così scattata la denuncia per l’uccisione del cane. Sette anni dopo l’iscrizione nel registro degli indagati, e a una manciata di mesi dalla prescrizione, la corte d’Appello di Brescia ha messo la parola fine sulla vicenda. Almeno per la parte penale.