Bancarotta da oltre 3 milioni di euro, sei denunce

Le indagini sono partite dal fallimento di una società bresciana di import/export di materiale plastico: scoperto un 'meccanismo fraudolento e distrattivo'

Inchiesta della Finanza

Inchiesta della Finanza

Brescia, 26 settembre 2016 - Operazione 'Plastic bag' della Guardia di Finanza di Brescia. I militari, dopo aver eseguito perquisizioni domiciliari e bancarie, hanno terminato le indagini nei confronti di sei persone responsabili di reati fallimentari. L’attività investigativa, intrapresa nel gennaio 2016, è partita da approfondimenti riguardanti il fallimento di una società bresciana operante nel settore dell’import/export di materiale plastico. Le attività delle Fiamme Gialle hanno coinvolto 8 persone (di cui 6 denunciati all’A.G.) e sono state sviluppate sia tramite l’analisi della documentazione contabile della società sia con l’effettuazione di accertamenti e sopralluoghi nei luoghi di deposito di merce.

L’indagine  ha permesso di evidenziare responsabilità penali per reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale aggravata nei confronti dell’amministratore di diritto e di fatto della società fallita e delle altre persone che hanno rappresentato e gestito le imprese che si sono inserite nel sistema fraudolento. Nello specifico, gli amministratori della società fallita, mediante la connivenza anche dei responsabili di due società di spedizioni della Valle Camonica, una delle quali successivamente dichiarata fallita, hanno prima acquistato ingenti quantitativi di granuli per materie plastiche per poi simularne la vendita.

In particolare, tra i “clienti/destinatari finali” sono risultate una società con sede in Repubblica Ceca (rappresentata da uno svedese) e una (rappresentata da un bresciano) con sede in Inghilterra le quali, dopo aver ricevuto la merce, non corrispondevano alcun pagamento per l’acquisto. In sintesi, tutto il materiale plastico ottenuto dai fornitori è stato ceduto “in nero” a destinatari sconosciuti. Tale “meccanismo fraudolento e distrattivo” ha così consentito di “svuotare” di risorse economiche e patrimoniali la società oggetto di accertamento, con conseguente danno ai creditori. L’intera indagine, condotta sotto la costante direzione della locale Procura della Repubblica, ha permesso di ricostruire distrazioni patrimoniali pari a una somma complessiva di circa 3,5 milioni di euro.