Nitrati, gli agricoltori non ci stanno: la mappa della criticità dell’acqua

I problemi maggiori nella Bassa: 17 Comuni sono sorvegliati speciali

Analisi dell'acqua (Newpress)

Analisi dell'acqua (Newpress)

Brescia, 8 dicembre 2016 - E’ partito l’1 dicembre, e durerà fino al 31 gennaio, il blocco continuativo dello spargimento di letami, liquami, fanghi, acque reflue nelle campagne bresciane, per contenere i nitrati, ma già ci sono le prime violazioni. Le Guardie ecologiche volontarie della Regione, coordinate dalla Polizia provinciale, ne hanno già accertato circa 5; una cinquantina le irregolarità nello smaltimento dei reflui registrate in tutto il 2016. «Noi agricoltori – commenta Francesco Martinoni, presidente Confagricoltura Brescia, in risposta a Legambiente che ha puntato il dito contro gli allevatori – lavoriamo la terra e siamo anche custodi dell’ambiente. La nostra organizzazione è già alla ricerca di percorsi per una riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti. Tuttavia, ci sembra davvero ingiusto scaricare sul settore agricolo tutte le responsabilità dell’inquinamento da nitrati». L’Ispra, ricorda Martinoni, dice che le responsabilità maggiori arrivano dal settore civile ed industriale. «Pensare di colpire la zootecnia per ridurre l’inquinamento è non solo iniquo, ma anche scorretto sulla base dei dati che conosciamo». In fatto di nitrati, le maggiori criticità si registrano nella Bassa bresciana, dove 17 Comuni sono sorvegliati speciali dall’Ats di Brescia che vigila sulle acque destinate al consumo umano. Nel 2016 nessuno ha superato il limite di 50 mg/l: i valori massimi si sono raggiunti a Travagliato (50) e Corzano (49). Nel complesso, dall’1 gennaio al 31 ottobre, i controlli per il reparto chimico sono stati 4.806 per un totale di 43.464 test. Solo 4 i campioni non conformi a Montichiari, Cigole, San Felice del Benaco e Remedello per il ferro.Un po' peggio, anche se in linea con lo scorso anno, va per il reparto microbiologico. Dei 5.154 campioni (20.296 i test) sono stati 103 quelli non conformi. Il maggior numero riguarda Vobarno con 6 non conformità; a Brescia ce ne sono stati 4. E’emersa in particolare la presenza di escherichia coli, enterococchi, stafilococchi patogeni: batteriche finiscono nelle acque destinate al consumo umano per le criticità nella depurazione.