Le acque del Bresciano sono malate: "Serve tavolo operativo con fondi"

La richiesta di Legambiente che ha sciorinato la lista di tutte le criticità

Analisi dell'acqua (Newpress)

Analisi dell'acqua (Newpress)

Brescia, 7 dicembre 2016 - Un tavolo operativo provinciale per affrontare il nodo acqua. Lo chiede il coordinamento dei circoli di Legambiente bresciani, alla luce dei diversi monitoraggi di Arpa, Ats, Ispra da cui emerge un dato chiaro: le acque bresciane sono malate. «I principali inquinanti – spiega Giuseppe Ramera, del circolo di Chiari – sono nitrati, cadmio, cromo esavalente, Pcb, solventi. Ci preoccupa che alcuni inquinanti non siano neanche ricercati: in Lombardia si cercano 46 pesticidi, altrove più di 100».

Tante le criticità. I rapporti di Arpa 2009-2014 sulle acque superficiali del bacino del fiume Oglio e lago d’Iseo dicono che ci sono sostanze pericolose nelle acque usate per irrigare i terreni agricoli e che il depuratore di Paratico continua a non funzionare correttamente. Sul fronte delle acque sotterranee si sono registrati peggioramenti sullo stato chimico. La Goletta dei laghi ha accertato la presenza di microparticelle di plastica anche nel lago d’Iseo.

Il rapporto Ispra sui pesticidi nelle acque ha rilevato in Lombardia il livello più elevato di non conformità, con il 55,4% dei punti che superano la concentrazione di inquinanti pericolosa per tutelare la salute umana. Anche i rapporti dell’Ats per le acque potabili rivelano la presenza di nitrati vicini al valore soglia di 50 microgrammi/l. Sul banco degli imputati ci sono le aziende, per metalli e solventi, e le attività agricole, per nitrati e pesticidi.

«Serve un tavolo operativo – spiega Carmine Trecroci, presidente Legambiente – in grado di avviare ed attuale un monitoraggio sistematico degli acquiferi. Bisogna applicare sanzioni molto più incisive verso chi inquina, ma anche verso i Comuni che non applicano la normativa sulla depurazione. Chiediamo che la Provincia convochi tutti al più presto, dalla Regione all’Aato, per attivare una strategia organica di risanamento, completa di cronoprogramma e piano finanziario». Per quanto riguarda i nitrati, ad esempio, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria si dovrebbero individuare delle quote di allevamento razionali e farle rispettare.