Brescia, 30 giugno 2014 - La pesca di contenimento del pesce siluro nel lago d’Iseo continuerà per altri tre anni grazie al protocollo d’intesa recentemente firmato dalla Provincia di Brescia, la Provincia di Bergamo e dal Consorzio del fiume Oglio. "Recentemente abbiamo sottoscritto il protocollo, che riteniamo fondamentale per il Sebino – spiega Massimo Buizza, direttore del Consorzio dell’Oglio – questo è fondamentale per tenere sotto controllo il numero di esemplari. In futuro, se i siluri crescessero in maniera esponenziale, il Sebino potrebbe essere declassato al livello Europeo perché la presenza di troppi di questi pesci andrebbe a impoverire in modo significativo la flora e la fauna autoctone". Il pesce siluro è un predatore incontenibile e mangia davvero di tutto.

"Abbiamo scoperto che questi animali, che si nutrono di molti tipi di esseri viventi, – spiega l’ittiologo Marco Mancini – hanno una vera e propria predilezione per gli agoni, che in questo momento si muovono in banco vicino o verso le rive perché è il periodo della riproduzione". Nelle pance degli 85 siluri recuperati dall’inizio del progetto, circa un mese fa, sono stati trovati chili e chili di sardine. "Gli esemplari più grossi possono mangiarne anche tre o quattro chili –sottolinea l’ittiologo – il che significa 40-45 pesci. Di media ne troviamo una trentina". Il lavoro messo in atto insieme a Torbiere del Sebino è mastodontico. "Pescare il siluro è un lavoro duro anche fisicamente. Ci vogliono sforzi enormi – spiega Massimo Buizza – ma ci crediamo. I risultati non si stanno facendo attendere, anche grazie alla lungimiranza degli enti".

Nonostante la strage di agoni che i siluri stanno facendo difatti, la pesca alla sardina, che si chiuderà nelle prossime ore sta andando molto bene. "Lo scorso anno abbiamo posticipato di 15 giorni l’apertura –rimarca Marco Mancini – quindi sono nati più esemplari. I pescatori non si stanno assolutamente lamentando. Hanno pescato bene e molti si dicono soddisfatti del numero di esemplari presi". I siluri non mangiano solamente gli agoni, ovviamente. Nella pancia degli esemplari più grossi sono stati trovati piccoli di cigno, lucci e persino gattini e cagnolini. "Non dobbiamo però fare allarmismo – dice l’ittiologo – i siluri di grandi dimensioni non si avvicinano alle rive. E soprattutto non attaccano mai l’uomo. Con ogni probabilità gli animali domestici sono finiti nel lago e sono annegati. Poi sono stati inghiottiti. Non si segnalano casi di sparizioni di cuccioli che stanno facendo il bagno con i loro padroni".

Le dimensioni di questi pesci sono però impressionanti. "Il custode ha segnalato un siluro lungo due metri e mezzo vicino alla diga di Fosio – rimarca Massimo Buizza – e nelle battute di pesca ne abbiamo presi alcuni che sfiorano i due metri. Ora stiamo studiando il modo di trasformare il siluro anziché in un problema in una potenzialità, magari favorendone l’uso in cucina. Le carni sono buone, come testato lo scorso anno durante la cena che il Consorzio ha organizzato al ristorante Il Borgo a Capriolo. Non solo, anche grandi chef stanno iniziando a sperimentarne la preparazione. Noi ci adopereremo perché il siluro diventi protagonista delle tavole bresciane e bergamasche".