Brescia, 23 aprile 2014 - Le carte sulle stragi disponibili nell’archivio di Stato. «Abbiamo declassificato i documenti su alcune delle pagine più oscure della storia italiana» ha twittato ieri il premier Matteo Renzi poco prima delle 18 riportando in allegato la direttiva da lui firmata: «Si procederà al versamento della documentazione agli archivi di Stato, anticipando i tempi, di norma previsti in almeno 40 anni dalla cessazione della trattazione corrente». La notizia è stata accolta con prudente ottimismo da chi ha trascorso una vita lottando per la verità, oltre che per la giustizia. È il caso di Manlio Milani, il presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di piazza Loggia a Brescia, dove il 28 maggio 1974 una bomba fece strage uccidendo anche sua moglie. Lui che con la sua Casa della memoria ha promosso un’iniziativa unica in Italia, la digitalizzazione degli atti dei processi sull’eccidio, di trasparenza ne sa qualcosa. 

«La legge che impone la rimozione del segreto di Stato sui documenti con più di 30 anni c’è dal 2007 – spiega -. Il problema è dare applicazione alla norma. I decreti attuativi sono arrivati solo nel 2011. Questo provvedimento di Renzi potrebbe andare nella direzione giusta. Ma dobbiamo vedere e capire molte cose. Per esempio: quali atti saranno messi a disposizione? Saranno desecretati gli archivi di tutti gli enti amministrativi, compresi quelli dei carabinieri e quelli dei settori che finora si erano rifiutati di collaborare?» E ancora, Milani si chiede. «Avremo a disposizione degli elenchi, un indice? Perché se non c’è un progetto di consultazione e ci troviamo davanti a vagoni di materiale passeranno altri 15 anni prima di scoprirne il contenuto. Il vero segreto di Stato è anche il tempo che passa. Molti documenti dopo anni diventano inutilizzabili al fine della ricerca della verità giudiziaria». E per piazza Loggia? «Non so che cosa si potrebbe trovare — conclude Milani —. Durante le inchieste si è sempre detto che non c’erano carte. Per noi ha avuto un ruolo determinante un misterioso incendio che distrusse alcuni libri di protocollo in un archivio di Padova».