Brescia, 20 aprile 2014 - Quarant'anni, una moglie e due belle bambine, Germano Eggiolini è l’ultimo custode del Tombea, unico ed ultimo produttore del raro formaggio autorizzato con bollo Ce. «Vivo in Val Vestino, in località Denai, vicino a un bellissimo paesino di montagna, Magasa – racconta Egglioni - lontano dai centri abitati. Con la mia famiglia conduco una vita montanara nel rispetto della natura e dei suoi ritmi. Questa è l’esistenza che ho scelto e sono felice di quanto ho costruito». Mentre altri hanno preferito abbandonare la valle, Germano ha continuato la tradizione di famiglia. «Grazie agli insegnamenti di mio padre, ho proseguito nella produzione casearia di uno dei formaggi nobili di questa zona, il Tombea». Una scelta animata dall’amore per la terra e dalla passione per la cultura della zona, e poco importa se il lavoro è faticoso. La prima mungitura avviene prima dell’alba. Il latte raccolto all’alba viene poi unito con quello della seconda mungitura, alla sera.

Nasce da qui il Tombea. La produzione è di un centinaio di forme all’anno. Le mucche si nutrono per la maggior parte col foraggio locale, che Germano si occupa di sfalciare personalmente. Proprio per la sua rarità, il Tombea è uno dei formaggi più ricercati del patrimonio caseario bresciano. Non può essere prodotto altrove. Il nome deriva dal monte Tombea, chiamato così per la presenza di caratteristici accumuli di pietre che richiamano dei tumuli.

Ma perché decine di persone si sono riunite nel Comitato “Salviamo il tombea”? E’ presto detto. La stalla ed i pascoli dove lavora Germano, unici adatti alla produzione, sono di proprietà della onlus Cooperativa Sociale Nigritella Orione Magasa, presieduta da don Franco Bresciani, parroco di Barghe, dopo esserlo stato per Magasa. Dopo 12 anni, il contratto di Germano è scaduto 2 anni fa e la Cooperativa ha inoltrato delle richieste di modifica, chiedendo un aumento del canone di affitto e la restituzione di alcuni terreni che, per la produzione del Tombea, sono però fondamentali. E’ iniziata una lunga trattativa.

Secondo l’avvocato di Eggiolini, Alba Pavoni, la controparte si barrica dietro a dei no irragionevoli. «Non fanno valere né norme di legge, né motivi che possano avere una fondatezza». Sotto il profilo strettatamente economico, Germano, (che ha offerto, inutilmente il pagamento dell’affitto dei due anni scorsi) accetterebbe anche un aumento del canone, ma non se gli vengono sottratti i terreni, che sono i migliori. «Noi vogliamo fortemente trovare un accordo. Chiediamo però di capire – spiega Pavoni - le ragioni di divieti contrapposti a legittime pretese contrattuali». In ballo, non c’è solo la vita di Germano e della sua famiglia, ma anche l’esistenza del Tombea, per altro, a un anno dall’Expo, dove il formaggio potrebbe essere un vessillo della produzione casearia del territorio. Ecco perché è nato il comitato “Salviamo il Tombea”, che ieri ha organizzato una giornata di eventi, tra mostre, degustazioni e visite nei luoghi del Tombea. Basterà?

di Federica Pacella