Brescia, 19 aprile 2014 — Stralunato e chiuso in se stesso. Claudio Grigoletto (nella foto) ha trascorso la sua prima notte in cella dopo la condanna all’ergastolo. Ieri l’avvocato Renata Minini gli ha fatto visita a Canton Mombello. «È stato un incontro di pochi minuti — ha detto il legale —. Non ha voglia di parlare. Forse non si è ancora reso perfettamente conto di quel che è successo».

Il pilota 32enne, giovedì in Corte d’assise seduto in prima fila accanto ai difensori, alla lettura del dispositivo è rimasto apparentemente impassibile. «La reazione l’ha avuta dopo, una volta in cella — continua l’avvocato —. Una volta solo mi dicono sia crollato, scoppiando a piangere. È una sentenza profondamente ingiusta, contro cui ricorreremo».

Grigoletto è stato ritenuto colpevole di omicidio aggravato dalla premeditazione, dai motivi abietti e dalla minorata difesa della vittima (Marilia era incinta di un figlio suo, ndr) tentata soppressione di cadavere e procurato aborto. Per la difesa meritava una condanna per omicidio preterintenzionale, con le attenuanti generiche e dello stato d’ira.