di Beatrice Raspa

Vicenza, 15 aprile 2014 - Una donna con un passato di attrice hard, lunghi capelli rossi, sguardo conturbante, che da oltre tre mesi non si sa dove sia. Un uomo con un curriculum criminale da film — un omicidio, un’evasione dal carcere, dimistichezza con le armi da guerrigliero — che dichiara di avere avuto una relazione con lei ma ora è tutto finito. Sono gli ingredienti perfetti di un giallo, ma qui la storia è vera. Lei è Federica Giacomini, 43 anni, nome d’arte Ginevra Hollander. La sua famiglia è originaria di Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, ma Federica viveva a Vicenza, dove era conosciuta per le sue pellicole ed esibizioni hot nei locali.

A denunciarne la scomparsa, i genitori il 19 gennaio scorso. Dopo averla sentita a Capodanno per gli auguri, quindici giorni dopo hanno provato a cercarla al telefono senza più riuscirci. Che fine ha fatto l’ex pornostar? Tutto tace da settimane. Non si sa più nulla, se non che la donna ultimamente pare avesse provato a cambiare numero di telefono. Di recente però è spuntata una traccia su cui si indaga. C’è un collegamento con il cosiddetto ‘Rambo’ di Vicenza, anche lui bresciano. Franco Mossoni, 55 anni. Un personaggio da romanzo. Figlio dell’ex sindaco di Malegno, piccolo centro tra i monti della Valcamonica, Mossoni, votato alla causa dell’estremismo nero, iniziò a far scrivere di sé quando nel novembre 1978, appena diciannovenne, fu arrestato per aver allestito un campo paramilitare dove si addestrava armato fino ai denti in divisa da capitano della ‘Armata rivoluzionaria della destra internazionale’. Gli fu trovata addosso la pistola che il 7 agosto di quell’anno aveva sparato al giovane idraulico Clemente Furloni, ammazzato a Malegno per una donna contesa. Mossoni confessò l’omicidio. Tre anni dopo, il 24 novembre 1981, evase da Canton Mombello dileguandosi dal portone principale. L’ingranaggio si era inceppato, e lui si offrì di ripararlo. Fu acciuffato un mese dopo a Pisogne, pare volesse espatriare.

Nel febbraio 2014 lo ritroviamo a Vicenza. Fa irruzione all’ospedale San Bortolo, pistola in pugno, mimetica, anfibi e giubbotto antiproiettile. Minaccia il custode con frasi farneticanti. La questura riesce a spingerlo a costituirsi, e ora l’uomo, ritenuto pericoloso, è in ospedale psichiatrico giudiziario. L’ultima scoperta è che viveva nel monolocale che era stato affittato proprio da Federica, la quale gli aveva anche comprato un cellulare. Erano fidanzati? Nell’appartamento c’erano indumenti femminili, una pistola giocattolo, due balestre, un arsenale di coltelli e sostanze chimiche. «Sì, lei stava con me — ha ammesso Mossoni —. Ora però è finita». In quale modo non sa dirlo.