Brescia, 7 aprile 2014 - Scappa dalla comunità dove viveva da anni e, una volta rifugiatosi dal fratello ventiquattrenne, minacciato di suicidarsi nel tentativo di non fare ritorno in quella che lui definisce una casa famiglia degli orrori. È accaduto a Brescia. Il protagonista è un ragazzo di 16 anni di origini serbe, che 11 anni fa è stato tolto ai genitori per una brutta storia di violenza. Lo stesso è accaduto al fratello maggiore. «Le nostre strade si sono immediatamente divise- racconta il fratello maggiorenne- quando hanno tolto la patria potesta ai nostri genitori io sono stata mandato in una comunità dove mi sono trovato molto bene. Lui invece è finito in un’altra, una casa famiglia nel Bresciano dove non lo trattano bene. Abbiamo le registrazioni che contengono le minacce che gli vengono fatte se non fa una cosa oppure non la fa nel modo giusto. Non solo: nel tempo ho fotografato i lividi che gli sono stati fatti. Una volta è stato preso persino per il collo».

La denuncia è pesante, di quelle che non passano inosservate. «Ho detto a quelli della comunità che se vogliono la guerra l’avranno- spiega il maggiorenne- nessuno deve più fare male al mio fratellino: ne abbiamo passate tante insieme, non è giusto che chi dovrebbe tutelarlo infierisca su di lui». Il minorenne è riuscito ad arrivare a Brescia dalla Valcamonica nella serata di sabato. Poco dopo sono arrivati i carabinieri, chiamati dai responsabili della comunità. «Inizialmente ci hanno proposto di portare mio fratello in un’altra comunità qui a Brescia- racconta il maggiorenne- poi, dopo che ha minacciato di lanciarsi nel vuoto, e dopo l’intervento del tribunale dei minori, me lo hanno affidato temporaneamente; nel frattempo abbiamo sporto denuncia. Il mio appello va alle autorità. Tra poco più di un anno il mio fratellino sarà maggiorenne: allora potrà decidere dove vivere. Nel frattempo chiedo ai giudici di non dividerci di nuovo, me lo lasciavano vedere solo una volta ogni due mesi ed era sempre traumatizzato.

Con me e la mia famiglia starà bene: ho moglie e un figlio di quattro anni che starà benissimo con suo zio. Per me, dato quanto abbiamo vissuto da piccoli, la famiglia è fondamentale.Desidero veder crescere mio fratello in serenità, così come desidero che lo faccia il mio bambino. Non è giusto subire violenza due volte. Per favore lasciatelo vivere con noi che lo amiamo. E, dato che i nostri genitori si sono visti levare la patria potestà per motivi seri e comprovati, per favore non coinvolgeteli più come accaduto anche nelle scorse ore. Non so cosa quei signori vogliano da noi. Per noi sono solo degli estranei».

di Mi.Pr.