Brescis, 4 aprile 2014 - Per lei è «un gran passo in avanti», ma non basta. La parola fine ancora non è stata scritta. Bisognerà aspettare giugno. Valentina Popescu, la 52enne moldava balzata agli onori delle cronache per avere ereditato una fortuna dal defunto don Giulio Gatteri, il parroco di san Sebastiano di Lumezzane morto lo scorso aprile, ieri era di nuovo in tribunale per la vicenda che l’ha vista protagonista. Davanti al giudice Elsa Geraci le parti hanno concordato a favore della donna il dissequestro di 380mila euro, altra cospicua fetta dell’eredità finita sotto sequestro conservativo.Risultato: la badante, che nei mesi scorsi era già entrata in possesso dei primi 70mila, ora potrà disporre complessivamente di circa 450mila euro, dei quali è legittima erede.

Ne rimangono congelati ancora 200mila, l’ultima tranche del lascito ancora oggetto di verifiche incrociate per fugare il dubbio possa essere frutto di donazioni dei fedeli. «Sono le ultime verifiche prudenziali — assicura uno dei legali della signora Popescu, avvocato Biagio Riccio —. Tutto si concluderà positivamente. Quanto è stato donato apparteneva a don Giulio e basta». La parrocchia e i fedeli non avrebbero insomma regalato nulla alla perpetua del don, il quale per ripagarla di 12 anni di cure l’aveva nominata a sorpresa erede di ben 665mila euro.

Due giorni prima di morire, il sacerdote tuttavia aveva eseguito uno strano passaggio di 332mila euro dal conto corrente della parrocchia al proprio. Timorosa che il generoso gesto nascondesse un indebito travaso di risorse dalla comunità alla badante, la Curia ha tirato il freno a mano: è passata per vie legali e ha ottenuto il sequestro cautelativo dell’intera somma. Per vedere una risoluzione conciliativa, epilogo più che probabile ormai, sono stati necessari numerosi incontri e udienze per incrociare dati, ricostruire movimenti in denaro e fare il punto sulla situazione patrimoniale di don Gatteri. Risultato: la ricchezza del sacerdote deriva appartamenti di famiglia poi venduti.

E quei 332mila spostati misteriosamente sono un prestito elargito alla parrocchia, dal quale don Giulio all’ultimo è poi rientrato. «Sui macroimporti non ci sono più discordanze», conferma l’avvocato della Curia Enrico Bertoni. Valentina Popescu però aspetta a tirare un respiro di sollievo: «Non toccherò nulla finché questa storia non sarà chiusa. Sono stata fatta passare per ladra anche se non ho fatto niente, e da allora nessuno mi ha più dato lavoro. Mi auguro di tornare presto a star bene». Ultima udienza, il 25 giugno.

di Beatrice Raspa