Brescia, 11 marzo 2014 - Era stato appena avviato e si è subito fermato. Chiuso, anzi sospeso, per il ritrovamento di grandi quantità di amianto. Ad essere stato sigillato è il cantiere dell’Alta Velocità all’ingresso di Brescia, la parziale fine del tracciato che parte da Treviglio.

Secondo l’Arpa era già in corso un’opera di bonifica da parte di una ditta, ma i lavori si sono dovuti bloccare perché sono emerse pesanti «tracce» di eternit. Al momento non si sa quanto sia estesa l’area inquinata e soprattutto nessuno è ancora in grado di accertarne la provenienza. L’Arpa bresciana, diretta da Maria Luisa Pastore, ha fatto i primi rilievi per comunicare quanto appurato all’autorità giudiziaria, mentre gli agenti della Polizia ferroviaria provvedevano ad isolare il sito. C’è da considerare che la zona interessata, tecnicamente indicata come Piccola velocità fra i Posti di movimento uno e due è nella zona ovest della stazione e non molto distante dal centro abitato. L’indagine, confermano all’Arpa, dovrà accertare eventuali responsabili ma stabilire da dove arrivino quelle «scorie» non sarà facile.

A fare ipotesi ci pensa il responsabile di Legambiente Dario Balotta, esperto di problemi di trasporti: «In quella zona, tanti anni fa, c’erano orti destinati proprio ai ferrovieri, un campo che poi venne requisito perchè bisognava costruire la pavimentazione della stazione, nel luogo dove c’era lo scalo merci. E’ probabile che si tratti proprio di quella massicciata e che adesso viene alla luce». Fra gli addetti ai lavori non c’è sorpresa. I cantieri dell’Alta velocità sembrano fatti apposta per scoperchiare siti inquinati. Dovunque “punta” una scavatrice si scopre qualcosa che sarebbe dovuto rimanere nascosto. Ogni tanto, il «qualcosa” è un elemento inquinante, cromo, amianto, scorie ferrose, fusti e bidoni che «qualcuno» ha sepolto alla spicciolata in fretta e furia confidando di non essere mai scoperto. L’analisi di Legambiente è inclemente: «La Lombardia è la regione più industrializzata, anzi, era la regione a più alto tasso industriale, dove sono finite le scorie, dove sono state stoccate? Quando poi è arrivata la deindustrializzazione il fenomeno è diventato macroscopico. E adesso i nodi vengono al pettine».

Le analisi dovranno anche stabilire il grado di pericolosità del materiale sotto sequestro, se è sfibrato o ancora intatto, e se può risultare nocivo. E poi bisognerà iniziare con i caratoggi anche in zone limitrofe perchè è molto probabile che l’eternit si trovi anche altrove.

Adesso salta la tabella di marcia per la definizione dell’Alta velocità. Se tutto fosse filato liscio in 12 o 14 mesi quel cantiere sarebbe stato chiuso, adesso invece nessuno è in grado di stabilire i tempi della bonifica anche perchè lo scoglio dei finanziamenti appare tutt’altro che agevole. Chi dovrà pagare, considerando che sarà impossibile dare un nome al colpevole? E dove si troveranno i soldi?

di Tino Fiammetta