Lumezzane (Brescia), 31 gennaio 2014 - Don Giulio non avrebbe lasciato in eredità nemmeno un euro dei parrocchiani alla sua badante. Insomma del generoso “conquibus” regalato dal defunto don Gatteri a Valentina Popescu, la 52enne moldava che per 12 anni ha accudito il sacerdote di san Sebastiano di Lumezzane, non farebbero parte le donazioni dei fedeli. La novità è emersa ieri in tribunale in occasione di un’udienza interlocutoria davanti al giudice Elda Geraci, e se confermata spianerebbe la strada a una risoluzione conciliativa del caso. Alla sua morte, nell’aprile scorso, don Giulio a sorpresa ha nominato quale erede di 665mila euro la perpetua. Due giorni prima di andarsene tuttavia il don ha eseguito un misterioso spostamento di 332mila euro dal conto corrente della parrocchia al proprio. Timorosa che nell’ingente lascito fosse finito ben più di qualche spicciolo della comunità, la Curia è corsa in tribunale e ha ottenuto il sequestro conservativo dell’eredità.

In vista di approfondimenti per distinguere ciò che era di don Gatteri da ciò che invece non lo era, il giudiceaveva sbloccato a favore della donna solo un decimo del patrimonio. Per settimane, dato che l’accesso alla contabilità era in mano all’erede,in Diocesi si è respirato il malumore. Ieri, però, la svolta.«Finalmente la banca ciha fornito la documentazione – ha spiegato l’avvocato della perpetua Biagio Riccio -. Dai primi riscontri sembra che don Giulio non abbia commesso alcuna malversazione e la signora Popescu sia legittima erede della somma». Quei 332mila euro prelevati dai conti parrocchiali costituirebbero il saldo di un«prestito» elargito in precedenza ai fedeli dal sacerdote, che è poi rientrato dal rosso saltando le autorizzazioni imposte dal Diritto canonico. La controparte ha ora tempo fino al 3 aprile per confermare la ricostruzione della contabilità. La vicenda tuttavia ha lasciato strascichi:«La Curia poteva evitare una misura cautelare – lamenta Riccio -. La mia assistita così è stata fatta passare da ladra, e non attende altro che una riabilitazione da parte della comunità». Se ciò avvenisse potrebbe arrivare a “regalare” parte dell’ereditàal paese.

di Beatrice Raspa

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