Brescia, 12 gennaio 2014 - Il primo applauso lo ha ricevuto solo dopo aver varcato la soglia dell’auditorium San Barnaba. Fuori, nel suo brevissimo percorso dall’auto blu alla sede della Tavola Rotonda, è stato accompagnato dai cori di attivisti ed immigrati che hanno chiesto dignità per tutti. Chi pensava che la contestazione si sarebbe limitata a piazzale Arnaldo, presidiata dalle forze di polizia, dove erano confinati Forza Nuova, Lega, Club Forza Silvio e Fratelli d’Italia, si sbagliava. In piazzale Arnaldo si è detto di tutto e di più. Dalla “accoppiata dannosa Del Bono-Kyenge”, responsabile, secondo il consigliere regionale leghista Fabio Rolfi, di creare caos, all’accusa di razzismo al contrario di Viviana Beccalossi (FdI), a Forza Nuova che se l’è presa col governo Letta per non aver mandato piuttosto qualcuno a parlare di problemi economici. Presenti anche i Club Forza Silvio per contestare «non la persona, ma le politiche», come ha spiegato il coordinatore Matteo Pasotti. Qualche attimo di tensione c’è stata tra le forze di polizia e Forza Nuova, che voleva portare la manifestazione fino all’auditorium, e, attorno alle 12, tra gli immigrati e alcuni militanti anti-Kyenge, che, capitanati da Beccalossi e Rolfi, si sono avvicinati alla sede della tavola rotonda. Quando Beccalossi ha srotolato la bandiera di Fratelli d’Italia, sono partiti spintoni e insulti. E’ intervenuta prontamente la Digos, che ha allontanato anche l’assessore regionale bresciana.

Anche tra i manifestanti “pro-Kyenge”, che hanno condannato gli insulti al ministro, c’è stata però un po’ di delusione per le mancate risposte su problemi concreti, come la questione della sanatoria 2012. Il ministro si è impegnata a portare gli spunti arrivati dal territorio al governo centrale, e, dopo l’esposizione del lavoro fatto su integrazione e politiche giovanili, Kyenge ha spiegato di essere al lavoro per fare un moitoraggio sulle criticità. Ha poi letto il discorso fatto alle Nazioni Unite in rappresentanza dell’Italia, in cui si ribadiva il suo impegno sulla questione cittadinanza da estendere ai bambini nati sul territorio italiano.
«Non ha chiesto scusa - spiega Driss Ennya del Coordinamento immigrati Cgil - per aver umiliato due volte una provincia, che l’aveva invitata in due occasioni, a settembre e ottobre. E si è limitata a leggere una relazione preconfezionata, senza dare nessuna risposta ai tanti quesiti, importanti».

di Federica Pacella