Erbusco (Brescia), 19 novembre 2013 - Sono quasi le quattro di notte, della notte fra domenica e lunedì. Una donna di 40 anni, single ma in passato coinugata, va via dal locale Qi di Erbusco dopo una serata spensierata in compagnia di amici.

Raggiunge la sua auto lasciata nel parcheggio del locale, accende il motore e va verso casa. Breve il tragitto. Ecco che però, una volta arrivata nei pressi della sua abitazione, nemmeno il tempo di scendere dal veicolo, è stata aggredita da un uomo col volto travisato che l’ha costretta a risalire e ripartire. Sono momenti estremamente concitati: dapprima la donna pensa si tratti di una rapina, ma poi le intenzioni del malvivente diventano atrocemente chiare.

Fermata l’auto in un luogo appartato, sotto la minaccia di una pistola, l’uomo costringe la donna a un rapporto sessuale. A nulla sono valsi i tentativi disperati della signora a farlo desistere: lo stupratore ha portato a compimento il suo tragico piano. Una volta terminata la violenza il bruto ha rimesso in moto l’auto e i due ripartono.

Un semaforo rosso, in quel di Trenzano, dà la possibilità alla donna di aprire la portiera, divincolarsi e trovare immediata protezione in un camionista fermo con il suo mezzo appena dietro. Il violentatore decide così di darsi alla fuga a piedi e a fare perdere le sue tracce col favore del buio. Il camionista avvisa immediatamente i carabinieri che inviano sul posto a sirene spiegate tutte le auto disponibili del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Chiari. Alcuni militari hanno accompagnato la donna presso il pronto soccorso dove è stata prima visitata e refertata e poi formalizzata la denuncia per violenza sessuale. La donna ha fornito una lucida ricostruzione dei fatti - che è quella sin qui riportata - aggiungendo la probabile etnia del violentatore: nordafricana.

La caccia all’uomo continua da allora senza sosta, mentre si spera che importanti indicazioni possano provenire dal Dna ricavato dai tamponi vaginali effettuati sulla vittima, dalle impronte (parziali) lasciate dall’aguzzino sull’auto della donna e anche dai filmati di telecamere delle zone toccate dal percorso dell’auto.
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