Brescia, 19 ottobre 2013 - La condanna è arrivata anche per Dino Grusovin. La Corte d’assise d’appello ha inflitto 20 anni di prigione al faccendiere triestino (irreperibile ormai da anni) che aveva puntato il dito contro i cugini Marino per il massacro di Angelo Cottarelli, della moglie Marzenna e del figlio Luca, uccisi a colpi di pistola e sgozzati nella villa di Urago Mella il 28 agosto del 2006 per 300mila euro.

Dopo l’assoluzione in primo grado, ieri per il collaboratore di giustizia è arrivata la condanna per triplice omicidio volontario, anche se mitigata dalla concessione del concorso anomalo e delle generiche equivalenti alle aggravanti (la crudeltà). Il ruolo di Grusovin — anche la Procura generale aveva chiesto 20 anni — causò lunghe discussioni. Fu lui a fare arrestare i Marino (il 25 giugno condannati in appello all’ergastolo bis) confessando di essere stato con loro nella villa, ma smentì la partecipazione all’eccidio che si consumò in taverna.

Se accusa e parti civili hanno puntato sulla sua credibilità, pur ritenendo inverosimile la sua estraneità ai fatti («Io ero legato a una gamba del tavolo in cucina») per il difensore Gianbattista Scalvi «è pacifico» che Grusovin fosse dai Cottarelli, ma la sua innocenza «è dimostrata dagli atti», quindi andava assolto. Il legale temendo che la sentenza fosse già scritta — la Corte prima di pronunciarsi acquisì il verdetto dei Marino — chiese il trasferimento del processo ad altra sede, ma l’istanza fu rigettata dalla Cassazione.

B.Ras.