di Beatrice Raspa

Campione del Garda, 10 luglio 2013 - Opere oggetto di «gigantesca lottizzazione abusiva materiale». Questo sono per la Procura e il Tribunale l’Università della vela e gran parte del resort extralusso in costruzione a Campione sul Garda, ai piedi di Tremosine, nel mirino del pm Silvia Bonardi e della Finanza. Dopo mesi di indagine ieri i finanzieri hanno dato corso a un provvedimento di sequestro preventivo per 300 immobili, 14 ettari di territorio.

Motivo: dal cantiere sono sorti edifici, parcheggi, residenze, spazi commerciali e zona portuale in violazione a vincoli paesaggistici, ambientali e cimiteriali in una zona preziosa ma delicata, ad altissimo rischio idrogeologico tale da mettere a rischio l’incolumità pubblica. Detto in altri termini, scrive il gip Ciro Iacomino, il restyling di Campione ha avuto luogo su una porzione di territorio «molto instabile per i rischi derivanti da eventuali esondazioni del fiume Tignalga e del lago, nonché della caduta di massi».

Sotto inchiesta a vario titolo per abuso d’ufficio e appunto lottizzazione, 20 persone: il sindaco di Tremosine Diego Ardigò, il vice Giampiero Zanetti, assessori e consiglieri comunali di maggioranza, ma anche i vertici dell’impresa, l’emiliana Coopsette (poi Campione del Garda spa) e il progettista, l’architetto Mauro Salvadori, consulente dell’amministrazione e ritenuto factotum del progetto in origine a firma dell’archistar viennese Boris Podrecca. L’esclusivo resort, dalle ceneri del villaggio operaio della ex Olcese, è frutto di un piano approvato nel 2005 e oggetto di una variante del 2010 «illegittimi», all’ombra dei quali si profilano conflitti di interessi.

Con una serie di accordi con il Comune, la Coopsette ha ottenuto il via libera «sebbene dichiarasse obiettivi di conservazione ha organizzato una profonda ristrutturazione, con vaste demolizioni e ricostruzioni, modifiche radicali di destinazioni d’uso – si legge nel decreto – in prospettiva di un massiccio riuso turistico dell’insediamento».

Il tutto eludendo le obbligatorie procedure di Via (valutazione impatto ambientale) e Vas (valutazione ambientale strategica), deturpando un gioiello paesaggistico protetto e prevedendo lauti ritorni economici per il privato. Sotto la lente in specie la variante che ha potenziato i porti Sud e Nord con la costruzione del Sailing Village (l’Univela) e di un parcheggio multipiano all’ombra del monte Falesia, ora sgomberati. Irregolare, sono sicuri gli inquirenti, anche il raddoppio delle volumetrie della banchina flagiflutti e dei posti barca.