di Luca Degl'Innocenti

Brescia, 1 maggio 2013 - Detto, fatto. Mario Sberna, 53 anni da compiere, deputato di prima nomina per Scelta Civica, ha ricevuto i suoi due primi stipendi da deputato e per sé ha trattenuto 2.500 euro. Tutto documentabile, con tanto di estratto conto, sul suo sito www.mariosberna.it «A marzo mi hanno bonificato 7.268,53 euro, ad aprile 11.657,24 - spiega - Mi sono tenuto solo l’esatta cifra che guadagnavo prima di essere eletto, oltre alle spese vive che ho sostenuto per il soggiorno a Roma».

Tutto il resto (e che resto!) è andato in beneficenza: tra i maggiori destinatari l’associazione nazionale Famiglie numerose (di cui è stato presidente e fondatore nel 2005. Sberna ha 5 figli- 3 naturali, 1 adottato e 1 in affido - di cui quattro ancora a carico. E’ sposato da 28 anni con Egle): 4mila euro. Poi: 1.500 euro per il vescovo Conti missionario in Amazzonia; mille per la Medicus Mundi, Onlus che realizza ospedali e presìdi nel Sud del Mondo.

«Non voglio modificare il mio stile di vita - racconta - Con l’aiuto di Dio abbiamo sempre mantenuto, io e mia moglie, la nostra famiglia e continueremo a farlo con identiche entrate. Il resto deve andare a poveri e bisognosi». Sberna in tasca a sempre monete da 2 euro pronto a donarle a chi gli fa vedere le vene dei polsi chiedendo carità. «Troppo denaro avvicina al demonio, io ci credo», commenta.

Cattolico fervente, laureato con lode in Scienze religiose, un master in Scienze del matrimonio, scrittore, ma soprattutto gran fautore del volontariato: prima di arrivare a Roma lavorava in una coperativa sociale e svolgeva il compito - nominato dal vescovo - di amministratore del seminario della diocesi di Brescia. Tanto impegno e nessun clamore, dunque: «Mio padre, che per 50 anni ha fatto l’operaio, mi ha insegnato l’amore per quello che si fa, di tenere in tasca solo i soldi necessari per vivere e donare il resto a chi ne ha bisogno».

Tra questi anche le suore che lo ospitano della Capitale: «Madre Flaviana - racconta - non voleva farmi pagare nulla. Io però mi sono imposto perché loro non navigano certo nell’oro e hanno sulle spalle anche una casa famiglia. Così l’altro giorno sono riuscito a pattuire 600 euro mensili per l’alloggio. Mi sembra il minimo». Minima come la classe di treno che sceglie per il tragitto Brescia-Roma-Brescia: «Certo, seconda classe. Che senso ha viaggiare in prima? Ora con il tesserino salgo gratuitamente, ma non cambia nulla. All’inizio i controllori guardavano il documento della Camera e ridendo mi chiedevano: “Lei è del 5 Stelle, vero?”».

Adesso che è un deputato della Repubblica (alla prima seduta si guadagnò molte foto perché aveva ai piedi dei sandali di cuoio), giura che non è cambiato nulla: «Lavoro, perché per me questo è un lavoro, sempre per gli altri, per tutti noi. Fino alla fiducia a Letta si è fatto poco e il clima era davvero brutto. Ora però vedo grandi segni di speranza. Tutta la classe politica ha capito che non si poteva perdere altro tempo e si è cominciato a lavorare. Sono fiducioso. La priorità? Ridare speranza alle famiglie: il crollo demografico della nostra società mi fa molta paura».

luca.deglinnocenti@ilgiorno.net