Montichiari, 22 febbraio 2013 - Cagnoline in calore una volta al mese anziché un paio di volte all’anno, o al massimo ogni cinque mesi come avviene di norma. Una nuovo inquietante sospetto si sta facendo largo tra le famiglie che hanno preso in affido i beagle reduci da Green Hill, l’allevamento lager di Montichiari. Molti cani non solo portano addosso le cicatrici comportamentali di una vita trascorsa da prigionieri, che li ha resi “difficili” e bisognosi di cure supplementari. In troppi manifestano anche abitudini biologiche contro natura.
 

E’ il caso delle fattrici, accomunate da un fenomeno preoccupante e ricorrente, tale da rendere oggettivamente improbabile la casualità. Stando alle informazioni incrociate che stanno pervenendo alle associazioni animaliste – Lav e Legambiente in testa, in quanto custodi giudiziari dei beagle – tante cagnoline entrerebbero in calore una volta al mese. Le tracce ematiche parlano chiaro. Una realtà che ne adombra un’altra: il “doping” ormonale per potenziare la capacità riproduttiva delle cavie e moltiplicare dunque il profitto dell’allevamento.
 

A riprova, le famiglie stanno raccogliendo certificati medici e documentazione che a breve consegneranno in Procura. Un sospetto che purtroppo si incastra con un’altra anomalia, ovvero la prostrazione fisica riscontrata in molte cagnoline che a soli tre anni appaiono anziane. Gli elementi in questione andrebbero a arricchire il fascicolo del pm Ambrogio Cassiani aperto per presunti maltrattamenti. Già lungo l’elenco delle irregolarità riscontrate dagli inquirenti, che sospettano anche il reato di uccisioni senza necessità. Le condizioni di sovraffollamento cui erano costretti i beagle, le temperature da fornace, l’impossibilità di uscire dalle gabbie, strane soppressioni per malattie banali quali le dermatiti.

E ancora: l’assoluta assenza nell’allevamento di cani con più di 5 o 6 anni – che fine facevano? - farmaci sedativi e eutanasie insufficienti e un centinaio di carcasse nei freezer. Il 18 luglio Digos e Forestale misero Green Hill sotto sequestro probatorio, un provvedimento modificato dal Riesame che dissequestrò l’azienda ma mantenne il vincolo sui cani. In autunno fu la volta del sequestro preventivo, ma i sigilli furono annullati tout court dai giudici della Libertà. La vicenda è ormai approdata in Cassazione, con ricorsi incrociati. La Procura si è opposta al dissequestro, ma i giudici della suprema corte non si sono ancora pronunciati.

di Beatrice Raspa