Montichiari, 17 febbraio 2013 - Erano oltre 2mila le persone che ieri sera a Montichiari hanno partecipato alla fiaccolata organizzata da Animal Amnesty che ha attraversato le vie del paese per far capire che le vicende legate all’allevamento di Green Hill, nonostante i mesi trascorsi dal sequestro e il successivo affidamento dei cani a migliaia di famiglie italiane, non sono state dimenticate. Del resto questa settimana sono previsti due importantissimi appuntamenti processuali che potrebbero segnare il corso della vicenda che ormai da più di anno è finita sotto i riflettori dell’opinione pubblica.

"Il 19 febbraio ci sarà l’udienza preliminare che vede come imputati i 13 accusati di aver liberato i cani da Green Hill lo scorso 28 aprile", ricorda Piercarlo Paderno, una delle anime di Animal Amnesty, l’associazione che ha promosso la fiaccolata di ieri e che ha visto la presenza di persone provenienti da tutta Italia (almeno una decina i pullman arrivati a Montichiari da Roma, Torino e Udine solo per citare alcuni dei capoluoghi di provincia maggiormente rappresentati ma diversi anche i manifestanti provenienti dalla Campania, dal Veneto e dalla Toscana) e fra loro anche centinaia di uomini e donne a cui i beagle sono stati affidati a partire dalla scorsa estate.

"Il 21 febbraio invece la Corte di Cassazione si esprimerà sul ricorso effettuato dalla Green Hill 2001 srl, la società che gestisce l’allevamento, che chiede di annullare il sequestro probatorio in atto degli oltre 2.700 cani usciti da Green Hill e la loro conseguente restituzione".

Qualora la Corte di Cassazione accogliesse il ricorso di Green Hill i cani rischierebbero di essere sottratti alle famglie a cui sono state affidate? "Ci auguriamo che questo non avvenga – auspica Paderno – ma se il ricorso venisse accolto i contratti stipulati da Legambiente e Lav con le famiglie affidartarie dei cani sarebbero carta straccia quindi i beagle dovrebbero tornare nelle disponibilità dell’allevamento. Le gambe ci tremano visto che spesso la Corte di Cassazione ha ribaltato le sentenze e per questo noi a Roma il 21 non ci saremo per evitare ulteriori pressioni su quanti sono chiamati a esaminare il caso. Una cosa però è certa: non restituiremo i beagle".

I protagonisti della protesta che ha portato al sequestro dell’allevamento Green Hill saranno invece fuori dal tribunale di Brescia il 19 febbraio. "Quello contro i nostri compagni di lotta è solo il primo tassello di un processo – ricorda Piercarlo Paderno – l’iter sarà lungo ma confidiamo che possano essere tutti assolti per legittima difesa. I ragazzi che lo scorso 28 aprile sono entrati in Green Hill liberando decine di cuccioli e fattrici lo hanno fatto per evitare che si perpetrasse il reato di maltrattamento nei confronti degli animali che erano presenti. La loro intenzione infatti non era quella di mettere in atto un furto ma solo di salvare la vita agli animali che lì erano detenuti in condizioni drammatiche. Presenteremo almeno 10mile firme di persone che sostengono questa tesi, sappiamo che formalmente non hanno alcun valore ma allo stesso modo rappresentano quello che la gente comune pensa nei riguardi di quello che è accaduto nella scorsa primavera".