Brescia, 6 dicembre 2012 -  Chiuso, come disposto dall’ordinanza del Comune e dal Tar. Ma all’ombra dei capannoni di via Palazzo 76 a Montirone non si ravvisa il fumus del reato di maltrattamento di animali. Insomma, l’attività è esercitata a norma di legge. E se il Tar a gennaio darà il via libera, entrando nel merito della questione, potrà riaprire. Novità sul fronte del contestato allevamento di visoni nel Bresciano, al centro di una rivolta dei residenti del circondario infastiditi dalla presunta moltiplicazione di odori, mosche e ratti. Ma anche degli animalisti, in lotta per motivi etici – un esempio: l’onorevole Vittoria Brambilla ha depositato un esposto in Procura - infine del sindaco, che ne ha imposto la chiusura per l’eccessiva vicinanze alle case. Il 30 novembre la famiglia De Poli, proprietaria della ex Fioreria, un tempo pollaio, poi agriturismo e infine allevamento, ha svuotato l’azienda.

 

Dietro i teloni verdi che danno sulla strada non c’è traccia dei tremila animali da pelliccia – 800 fattrici – allevati dal 2011. Alcuni visoni sarebbero stati abbattuti, altri venduti ad altri allevatori. Lo smantellamento avrebbe creato una perdita economica di mezzo milione di euro. Una smobilitazione obbligata, imposta dalla scadenza della sospensiva del Tar (30 novembre) all’ordinanza di chiusura risalente a giugno 2012 e impugnata da De Poli. La querelle fu sollevata la scorsa primavera dal circolo di Legambiente che dando voce alle lamentele dei cittadini distribuì volantini e raccolse un centinaio di firme, poi inviate in municipio.

 

Morale: la ex Fioreria, a meno di 50 metri dalle case, non rispetta le distanze imposte dal regolamento comunale, 100 metri da abitazioni isolate e 500 dal paese. Di qui il provvedimento di chiusura varato in extremis dal municipio. Ora la parola passa al Tar, che si esprimerà a gennaio. Ma non è tutto. Nel frattempo la Procura, sollecitata dagli animalisti, ha aperto un fascicolo per sospettati maltrattamenti. Tuttavia da un sopralluogo del pm Ambrogio Cassiani e della Forestale l’allevamento risulterebbe scagionato dall’accusa. Dalla misura delle gabbie agli scarichi dei liquami, dalle celle frigorifere al sistema di abbattimento dei visoni, all’impianto di areazione, tutto è stato visionato e sarebbe a norma. Dietro l’angolo, dunque, una probabile archiviazione.
 

di Beatrice Raspa

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