di Paolo Cittadini

Brescia, 27 novembre 2012 - Arriva dalla Provincia di Brescia una proposta che possa sbloccare finalmente la questione della caccia in deroga. «Oggi depositerò questa proposta di legge – spiega il presidente della Provincia Daniele Molgora - anche se siamo quasi alla fine della legislatura credo che si possa trovare il tempo per dibattere su una vicenda che coinvolge non solo l’attività venatoria ma anche tutto un comparto industriale che nella nostra provincia vanta tradizione e qualità».


La caccia in deroga è, proprio perché in deroga, un’eccezione alle regole e è stabilita da una direttiva Comunitaria. «La direttiva comunitaria - ricorda l’assessore provinciale alla caccia Aurelio Guarneri – permette di cacciare uccelli solitamente vietati per un periodo e per piccole quantità. Sono tre i casi che permettono questa deroga: la tutela per le produzioni agricole, la ricerca scientifica e lo studio, ed infine la deroga venatoria quella che appunto permette il prelievo controllato degli uccelli ordinariamente vietati».
 

Cosa c'è allora che non va nella legge attualmente in vigore? «Non è chiara – osserva – Guarneri – il nostro Paese ha recepito la direttiva europea, la possibilità di stabilire le deroghe è affidato alle Regioni ma come hanno sostenuto Consiglio di Stato, Tar, Corte Costituzionale e Corte di Giustizia della comunità europea il recepimento è incompleto».Cosa propone quindi la Provincia di Brescia? «Ci siamo mossi su due livelli – osserva Guarneri - preparando un testo di concerto con le associazioni venatorie attive sul territorio.

Vogliamo superare le due censure che puntualmente l’Europa presenta a Regione Lombardia. Abbiamo fissato un protocollo in cui sono stabilite le formalità e le date in cui le regioni potranno formalizzare i provvedimenti prima di inviarli al Governo a 60 giorni dall’apertura dell’attività di prelievo».
 

Ma è il secondo aspetto a essere considerato fondamentale: quello relativo ai numeri di uccelli che si potranno cacciare in deroga «Chiediamo che sia l’Ispra (l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) a determinare le quantità prelevabili - spiega Guarneri - per il momento gli ultimi dati forniti sono relativi alla stagione venatoria 2004-2005. Se l’Ispra non assolvesse a questo compito la decisone verrebbe presa dalla conferenza Stato-Regioni che ripartirebbe le quantità di animali prelevabili in base al numero di cacciatori delle Regioni che faranno richiesta di deroga venatoria».