Montichiari, 31 agosto 2012 - Storia di una cagnolina dal temperamento «difficile», sfuggita prima agli orrori di Green Hill, smarrita (o abbandonata?) poi, dopo l’affido a una famiglia di Montichiari, ritrovata per strada in mezzo al traffico, e infine affidata nuovamente.

Questa volta a una coppia di veterinari di Brescia, che la sommergeranno di tutte le cure e le attenzioni necessarie ai beagle nati e cresciuti dentro l’allevamento di cavie per la sperimentazione. Quando si dice che una fortuna può capovolgersi in una fortuna. E’ quel che è accaduto la settimana scorsa, a qualche giorno dalla sospensione delle ultime operazioni di affido dei cani dati in custodia giudiziaria alla Lav e Legambiente, le associazioni impegnate nella assegnazione temporanea di quasi 2.400 beagle sequestrati dalla magistratura alla Marshall.

«Un caso finora unico – tengono a far sapere gli animalisti – che non pregiudica affatto la riuscita eccezionale di ‘Sos Green Hill’, senza precdenti in Europa». Nell’azienda di proprietà della multinazionale americana, che sorge sul colle san Zeno a Montichiari – la procura il 18 luglio aveva apposto i sigilli, il tribunale ha dissequestrato il canile ma confermato il sequestro degli animali - sono rimaste le ultime 57 fattrici, alle quali sarà trovata una famiglia non appena si concluderà il ciclo delle gravidanze e degli svezzamenti.

In attesa che le operazioni riprendano – si lavora per ricominciare già la settimana prossima – i volontari non stanno con le mani in mano. «Stiamo acquisendo i certificati sanitari dei cani già affidati per registrare ogni anomalia anche comportamentale e mapparne le reazioni – specifica Roberto Bennati, vicepresidente della Lav – così da informare la magistratura. Un lavoro incredibile. A noi non sfugge nulla». Non a caso non è sfuggito nemmeno il destino cui è andata incontro la cagnolina avvistata appunto vicino alla tangenziale a Montichiari, che ciondolava smarrita. Qualcuno l’ha segnalata all’Asl, che l’ha portata al canile sanitario. Ma il giorno dopo la bestiola era già nella sede della Lav, che ha provveduto a sospendere l’assegnazione alla famiglia che l’aveva sorvegliata abbastanza e a trovare padroni più attenti.

I veterinari di Brescia, appunto. «Abbiamo fatto una selezione accurata dei candidati (solo la Lav ha ricevuto più di 9mila domande, ndr) ma qualcuno che ha preso i cani senza avere la consapevolezza che si tratta di animali con cui serve tanta pazienza era prevedibile – assicura Bennati -. Su 2.250 animali assegnati finora solo 3 ci sono stati restituiti. Forse ce ne rientreranno altri sei. Cifre del tutto fisiologiche. Tanto più se la correliamo alla piaga degli abbandoni estivi o post-natalizi. L’importante è che ogni singolo cane trovi subito un’altra casa. Ed è stato così».
beatrice.raspa@ilgiorno.net