Leno, 20 luglio 2012 - "'Contro di noi è stata montata una campagna mediatica fondata sul pregiudizio. Ci hanno trattato come eretici e con disprezzo profondo. Ma che il mondo accademico accetti o meno le nostre tesi non ci importa granché, sarà Caravaggio a imporsi": così gli storici dell'arte Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli hanno difeso oggi il loro studio su Michelangelo Merisi presentato a Leno, nel Bresciano.

Attraverso la loro ricerca hanno attribuito al giovane Caravaggio un centinaio di disegni custoditi nel Fondo Peterzano di proprieta' del Comune di Milano. Durante una lunga conferenza stampa, contrassegnata da qualche momento di tensione, i due autori hanno mostrato molti dei disegni studiati comparandoli con diverse opere del Caravaggio maturo.

"In questi disegni è Caravaggio che si rivela, noi non abbiamo fatto altro che entrare nella 'scuola media' frequentata da Merisi'', ha detto Bernardelli, sottolineando come altri non lo abbiano fatto. ''Questo - ha ribadito - e' il grande buco dei caravaggisti: non aver esplorato il fondo di Simone Peterzano, che per quattro anni e' stato il maestro di Caravaggio''.