Brescia, 20 luglio 2012 - La Procura di Brescia sta valutando la possibilità di trasferire i 2.700 beagle dell'allevamento Green Hill di Montichiari, sequestrato nell'ambito di un'inchiesta che ipotizza il maltrattamento di animali. Il procuratore aggiunto Sandro Raimondi e il pm Ambrogio Cassiani stanno studiando rimedi giuridici per affidare i cani a una diversa struttura e, in questo senso, stanno valutando alcune ipotesi.

Nel frattempo la società di Green Hill promette ricorso: ''Nei prossimi giorni presenteremo ricorso contro un decreto di sequestro probatorio che non prende in considerazione l'esito delle innumerevoli ispezioni che hanno confermato la regolarita' delle attivita' svolte all'interno del nostro allevamento''.

 

 

LE INDAGINI - Massimo riserbo sull'eventuale destinazione dei cani poiché la questione appare complicata sia da un punto di vista giuridico sia logistico ma, a quanto si e' saputo, in procura a Brescia stamani si è tenuta un'apposita riunione. Le indagini proseguono e si attendono le relazioni di cinque veterinari, consulenti dei pm, incaricati di verificare le condizioni e la destinazione dei beagle allevati in altrettanti capannoni. Accertamenti sono stati disposti anche su quasi cento carcasse trovate nelle celle frigorifere di Green Hill, dove le carcasse vengono riposte in attesa del loro smaltimento.

Già nel provvedimento con cui il gip archiviava una prima volta un'inchiesta sull'allevamento, il giudice annotava il rinvenimento di carcasse di cani deceduti ma spiegava che il 24 ottobre dell'anno scorso, ''le carcasse erano
state dissequestrate dal pm dal momento che gli accertamenti svolti avevano consentito di accertare che i cani deceduti rientravano statisticamente nella naturale mortalità che caratterizza un allevamento di dimensioni di quello gestito dalla Green Hill". Ora, alla luce di nuovi elementi acquisiti, la Procura accerterà anche la causa della morte di questi cani.

 

FIRME AL SENATO - Nel frattempo lunedì prossimo il Comitato Montichiari contro Green Hill, formato da cittadini del paese della Bassa bresciana, spedirà alla XIV Commissione del Senato 138.014 firme, raccolte tra il 28 marzo ed il 15 luglio, per chiedere la chiusura dell'allevamento. Già il 27 marzo scorso, fa sapere il Comitato, erano state consegnate alla stessa Commissione 91.257 firme. "Il numero complessivo di firme che abbiamo presentato al Senato - scrive in una nota il Comitato - è 229.271".

"L'invio, già programmato per il 19 luglio, - scrivono ancora gli ambientalisti - è stato posticipato per poter aggiungere altre migliaia di firme. Firme che continuano ad arrivare incessantemente alla nostra casella di posta". "Chiudere Green Hill è un dovere - conclude il Comitato -. I nostri sforzi per ottenere questo importante risultato sono stati fatti con il cuore da persone che credono in un mondo migliore, con meno crudeltà e più rispetto per tutti gli essere viventi".

 

ENPA: "SEQUESTRO PREVENTIVO" - Su Green Hill per l'Ente nazionale protezionae animali (Enpa) "emergono nuove e pesanti irregolarità", perciò l'ente chiede "la sospensione del veterinario e il sequestro preventivo, non solo probatorio, della struttura". La scoperta di oltre cento cani morti conferma che le ipotesi di tutto il movimento animalista "non erano fantasie", sottolinea l'Enpa, aggiungendo che nel corso delle operazioni connesse al sequestro probatorio degli animali e della struttura di Montichiari sono state inoltre "rilevate altre irregolarità, come ad esempio la mancata microchippatura di circa quattrocento cuccioli".

L'Enpa chiede quindi di verificare "in che modo si sia articolato, negli ultimi anni, il ruolo della Asl competente, come sia stato possibile per Green Hill operare compiendo gravi irregolarità e violazioni delle norme vigenti come quelle che
emergono in queste ore grazie al sequestro probatorio. Dove erano i controlli e come si svolgevano?". Alla luce delle "nuove e pesanti irregolarità" l'ente "ritiene necessario e urgente passare dal sequestro probatorio al sequestro preventivo della struttura e degli animali".  La Protezione animali chiede inoltre la sospensione dall'albo del veterinario responsabile della struttura.