Brescia, 13 luglio 2012 - E' il giorno delle motivazioni della sentenza d'appello per la Strage di Piazza della Loggia nella quale persero la vita otto persone e un centinaio rimasero ferite. Dalle motivazioni emerge che Carlo Digilio e Marcello Soffiati, ordinovisti veneti, hanno avuto un ruolo centrale nell’organizzazione della strage del 28 maggio 1974. La sentenza d’appello risale allo scorso 14 aprile quando i giudici assolsero Delfo Zorzi, l’ex generale dei carabinieri Francesco Delfino, Maurizio Tramonte e Carlo Maria Maggi.


Nelle motivazioni della sentenza i giudici oltre a spiegare i motivi delle assoluzioni, sottolineano elementi specifici che inducono ad addossare la responsabilità della strage a Carlo Digilio e a Marcello Soffiati. Digilio, morto il 12 dicembre 2005, viene ritenuto non attendibile dai giudici della Corte d’appello che però spiegano: "Doveva prendere le distanze da tutto ciò che avrebbe potuto indurre un sospetto circa un proprio coinvolgimento nell’attentato’’. Per la Corte, però, fu proprio Digilio a procurare l’esplosivo, poi consegnato a Verona a Marcello Soffiati, deceduto nel 1988, il quale lo portò a Brescia.

Soddisfatto Federico Sinicato, storico difensore dei familiari delle vittime anche per la strage di Piazza Fontana. ‘’I giudici - spiega - indicano chiaramente le responsabilità di Carlo Digilio, l’artificiere di Ordine Nuovo.  Le sentenze di piazza Fontana e anche quella di primo grado di piazza della Loggia lo hanno indicato come inattendibile. Questa sentenza, pur affermando che ha raccontato cose non vere per non essere coinvolto direttamente, rivaluta il suo ruolo. Certo per una sorta di burocrazia processuale non viene mai legato a Zorzi e soprattutto a Maggi, il capo di Ordine Nuovo del Veneto. L’ambiente in cui sono state organizzate le stragi comunque è quello, non altri’’.


‘’La rivalutazione del ruolo di Digilio - precisa il legale - è la conferma che l’inchiesta originaria del giudice Guido salvini aveva colto nel segno e se a Milano ci sarà una riapertura delle indagini e’ da li’ che si deve partire senza andare a cercare altre piste’’. L’avvocato Sinicato ha annunciato che sicuramente verra’ fatto ricorso in Cassazione.