Brescia, 9 marzo 2012 - È tra l’uno e il due marzo che, probabilmente, Mario Albanese ha architettato la strage di via Raffaello a San Polo. L’ex moglie Francesca con l’amico Vito, la figlia di prime nozze di Francesca e il suo fidanzato Domenico: quattro persone uccise barbaramente a colpi di pistola all’alba di domenica scorsa.

Tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, infatti, deve essere successo qualcosa che ha fatto definitivamente precipitare la situazione. A chiarirlo agli inquirenti è la donna di servizio di Francesca: al magistrato ha raccontato che venerdì 2 mentre stava facendo le pulizie in casa ha notato in camera dell’uccisa un buco ricoperto con dello stucco fresco.

Ne ha parlato con Francesca e lei ha spiegato che il giorno prima Mario aveva buttato giù il muro per prendere dei soldi che aveva nascosto: un foro piuttosto profondo e largo 10 centimetri. Probabilmente due mesi prima quando si era offerto di aiutare l’ex moglie nella ristrutturazione dell’appartamento. Una ripresa di possesso frettolosa da parte del killer che, oltre al buco nel muro, ha lasciato un’altra traccia: un bigliettino con scritto a penna “150 milioni”.

Un mucchio di soldi, una cifra improbabile nelle mani di un uomo che di professione fa l’autotrasportatore. Ma un ritrovamento che spinge gli investigatori a chiarire se Albanese fosse finito in un giro criminale. Dal versante lavorativo non pare sia emerso nulla di concreto: attivo sulla tratta Brescia-Piacenza, tanto il titolare della ditta per cui lavorava quanto i colleghi lo descrivono come una persona a modo. Per questo motivo si sta battendo con fermezza anche la pista della vita privata, facendo leva sul particolare che, quando è stato arrestato, aveva con sé della droga nascosta nel portafogli e soprattutto che ne aveva assunta (cocaina e cannabinoidi) prima di compiere la mattanza.

Ieri, intanto, si sono celebrati i funerali dei due fidanzatini 19enni Chiara e Domenico nella chiesa di Salice Calabro a Reggio. Una grande folla commossa di parenti e amici ha salutato per l’ultima volta i due ragazzi. Lacrime e un refrain: «Non è possibile... è solo un incubo...». Al termine della cerimonia sono stati tumulati l’uno a Salice, l’altra a Catona. Oggi è il giorno dell’addio a Francesca e Vito: lei alle 10 presso la chiesa di San Francesco a San Polo, lui alle 15,30 presso la chiesa di Santa Maria in Silva a Brescia Due.

di Luca Degl’Innocenti

luca.deglinnocenti@ilgiorno.net