Castelcovati, 13 ottobre 2011 - Una collezione di orologi preziosi. Signori in giacca e cravatta. Sedicenti magnati russi sullo sfondo. Valigette che vanno, valigette che vengono. Bigliettoni da 500 euro. Risultato: una truffa di mezzo milione. Ecco gli ingredienti di un raggiro da film. Vittima, un costruttore di 56 anni di Castelcovati che si è visto soffiare sotto gli occhi 19 orologi gioiello. «Non solo gli anziani finiscono nel mirino dei truffatori», hanno chiosato il capitano di Chiari, Egidio Lardo, e il maresciallo di Castelcovati, Sergio Spatafora, cui il 7 ottobre è stata sporta denuncia.
 

Tutto è iniziato con un annuncio sul web. L’imprenditore, villa con caveau per custodire Rolex, Patek Philippe, IWC, Franck Muller aveva deciso di vendere parte del tesoro. All’offerta risponde un nome altisonante, tal Alexander Hamilton, che in un ristorante milanese acquista un pezzo da 1.200 euro. In contanti. Nei giorni successivi il collezionista è bersagliato da richieste di acquisto. «Persone che garantivano disponibilità milionaria giustificata da contatti con magnati russi». L’uomo si insospettisce ma non mangia la foglia, rassicurato dal tono esperto della controparte. La scena finale del film si gira in un bar di Chiari. Ad attendere il bresciano, due individui distinti.

 

Lui arriva con un trolley di orologi, loro con due beautycase rigidi con, crede il tapino, il denaro.
Ha con sé una macchinetta per verificare l’autenticità delle banconote, ma la coppia lo convince a controllare una mazzetta per volta per evitare spostamenti poco sicuri. Inizia il controllo.Il truffatore offre la prima mazzetta, poi la ripone, dice, e ne riporta un’altra. La mazzetta è sempre la stessa. Dopo 25mila euro autentici, l’imprenditore si ferma e accorda l’ok alla vendita. Strette di mano, grazie, arrivederci. Rimane solo con il beautycase rosso. Lo apre. I bigliettoni ci sono. Ma con la scritta Facsimile.