Brescia, 24 luglio 2011 -  BASTA brioche in forneria. L’hanno detto i Nas e la qualità di quelle vendute in via Valle a “L’Arte della Panificazione” non è in discussione. Si parla di una “Brioche”, con la “B” maiuscola, appunto, quella che non delizia il palato, non da un senso alla colazione, ma difende da ladri, rapinatori, aggressori.
 

In via Valle, a Brescia, nei giorni scorsi un rottweiler, “Brioche” appunto, ha azzannato la mano del rapinatore che, poco prima dell’orario chiusura, intorno alle 14 era entrato brandendo una siringa. Il malvivente è riuscito comunque a ferire Nathalie Boscardin con una siringa e la fornaia ha iniziato la profilassi.

MA ORA il suo pensiero è un altro: Brioche e la sua permanenza in negozio. «Avevo già avuto — racconta — un controllo il 6 giugno scorso. Mi hanno detto che non avrei potuto tenere ulteriormente il cane, che mi sarebbe arrivato un verbale». Ma la fornaia, che da Gambara, nella Bassa bresciana, ogni giorno parte, d’inverno quando è ancora buio, non ne ha voluto sapere. E dal punto di vista della propria sicurezza, è innegabile, ha fatto centro.
 

A distanza di due anni dall’ultima rapina, si è ripresentato un malvivente, in mano una siringa. Brioche è spuntato all’improvviso, ha azzannato, ma non è riuscito a impedire la puntura dell’ago. Il rapinatore è fuggito con le offerte per il canile, mente rottweiler e padrona, il giorno dopo erano su tutti i giornali.
 

L’altro giorno sono entrati in forneria i Nas e hanno ribadito il concetto: le brioche, solo nel vassoio, non acquattate dietro il bancone. «Io lancio un appello — tuona la fornaia, qualcuno deve aiutarmi — Sono stata due anni senza rapine. Prima ho subito 11 colpi in poco tempo. Il cane è fondamentale per la mia vita. Non deve sembrare esagerato se paragono il suo apporto a quello dei cani per non vedenti». E ha anche una sua personale interpretazione su chi le manda questi controlli: «La mia è una forneria che lavora, certamente suscita gelosie. Non possono essere i miei clienti che in tanti casi non si sono mai accorti di Brioche. Hanno saputo della sua presenza dai giornali». E ora? «Chiedo aiuto — risponde — la legge c’è, ma nessuno, nonostante le richieste alle istituzioni è riuscito a proteggermi come ha fatto Brioche fino ad oggi». La mente va alle coltellate, ai tentativi di strapparle l’incasso della giornata mentre raggiungeva l’auto parcheggiava poco lontano. Tutto finito con Brioche, un esistenza inevitabilmente più dolce, a fronte dell’amaro in bocca rimasto dopo che le è stato ribadito cosa dispone la legge.