Brescia, 20 giugno 2011 - Parlamentari del Pd in prefettura, due immigrati in ospedale per le conseguenze, congiunte, del caldo e dello sciopero della fame che si protrae da quattro giorni. Nella giornata di ieri, a Brescia, sono stati questi i momenti salienti della protesta per i permessi di soggiorno. Da mercoledì scorso, in piazzale Rovetta, a due passi da piazza Loggia, è stato allestito un presidio. L’obiettivo è sempre quello che ha originato la protesta della gru, nell’autunno scorso.

Gli immigrati, le associazioni e i sindacati che li sostengono chiedono che si possano avere al più presto i permessi di soggiorno. Si tratta delle richieste presentate nell’ambito della sanatoria per colf e badanti del 2009, e respinte perché i richiedenti erano stati condannati per clandestinità. Dai giorni della gru, però, è stato ribadito oggi dai parlamentari del Pd Paolo Corsini, Pierangelo Ferrari e Guido Galperti, sono cambiate parecchie cose. Ci sono state pronunce dell’Unione Europea e in particolare del Consiglio di Stato in seduta plenaria che ha definito non ostativa, all’ammissione alla sanatoria, la condanna per clandestinità.

«Stiamo aspettando - ha detto ieri il prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace al termine dell’incontro con gli esponenti del Pd - la direttiva finale. Ho confermato ai parlamentari che non ho lasciato un solo momento senza seguire, con la massima attenzione, non solo sotto il profilo giuridico, ma anche sotto quello umanitario, questa situazione e il presidio in atto». I tre parlamentari hanno ringraziato il prefetto per la disponibilità all’incontro. «Ci ha detto - hanno spiegato al termine - che sottoporrà la questione al Ministero».

L’ex sindaco di Brescia Paolo Corsini ha puntato poi l’indice contro le istituzioni locali: «Abbiamo una Provincia e un Comune in totale stato d’inerzia su queta vicenda, nonostante ai vertici ci siano due parlamentari». Il 23 giugno se non saranno intervenute novità ministeriali, si riunirà il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Due giorni dopo scadrà l’autorizzazione rilasciata ai manifestanti dal Comune. Ma Umberto Gobbi, dell’associazione ‘Diritti per Tutti’ ieri ha detto: «Lo sciopero della fame può finire, ma bisogna anche attrezzarsi per una lotta di lungo periodo, facendo in modo, però che non sia lungo. Quindi, intensificare la protesta sin dai prossimi giorni».