Brescia, 17 novembre 2010 - «C'è un solo dubbio sulla correttezza dell’operato della Giunta? Bene, pago tutto io». Il sindaco Adriano Paroli, sono circa le 18,30 di pomeriggio, annuncia di «aver dato mandato alla banca personale di bonificare la somma di 49.452,65 euro pari a tutta la spesa effettuata nel biennio con le carte di credito». Un colpo di scena che arriva a seguito di una riunione di Giunta.
Un gesto, quello del sindaco affiancato per l’occasione dall’assessore al Bilancio Fausto Di Mezza, che supera, come valore pecuniario, quanto contestato dalla Corte dei Conti e quantificato in 43.657,86 euro: a tanto ammonta, per la magistratura economica, il danno all’erario compiuto con l’utilizzo delle carte di credito in dotazione a ciascun componente della Giunta.

 

«Deve essere chiaro ai cittadini — puntualizza il sindaco — che nessuno qui svolge il compito istituzionale con lo scopo di mettere insieme il pranzo con la cena. Nessuno di noi ha lucrato. E’ in quest’ottica che deve essere letto il mio gesto: per rispetto della collettività non possiamo permetterci ombre di questo tipo».
Gli assessori hanno preso atto della decisione del sindaco sollevando, comunque, perplessità: «In molti si sono chiesti — spiega Paroli — se non fosse meglio aspettare che arrivi la relazione della Corte dei Conti e se non fosse il caso di affidarci a dei legali specialisti in materia. Io ho fatto loro presente che questa mia scelta non implica per nessuno l’obbligatorità a contribuire. Se vorranno, potranno farlo».

 

Quindi la Loggia non presenterà alcuna documentazione suppletiva né memorie alla Corte dei Conti anche se fermissima rimane la convinzione della bontà di tutte le spese. «Qui nessuno è andato a cena con l’amante. Resto fermamente convinto della bontà di tutte le mie spese e ho fiducia negli assessori. In ogni caso sono e siamo curiosi di leggere quello che ci verrà inviato perché da lì potremmo trarre linee guida per la gestione futura in materia di rappresentanza».

 

C'è spazio, poi, per dei chiarimenti specifici: «La Finanza è venuta nel mio ufficio mentre ero assente. Volevano vedere il televisore comprato con la mia carta: evidentemente c’era il sospetto che me lo fossi portato a casa... Non solo, mi si contestano due pranzi in un noto ristorante del Garda: ecco, in quelle circostanze ero con sindaco e presidente della Provincia di Verona, con l’ex presidente della nostra Provincia e un rappresentante del mondo finanziario per cercare di risolvere la questione dell’aeroporto. Non ho messo i nomi in questo caso come per altri? Solo rispetto della privacy altrui».

 

E conclude: «Sbagliato dare quest’immagine dell’Amministrazione, ma una cosa è certa: abbiamo introdotto le carte per essere più trasparenti e forse lo siamo stati pure troppo. Rimarco, infine, il fatto che una spesa mensile pro-capite di 249 euro sia da considerarsi modesta nell’ottica della nostra attività quotidiana che comporta, spesso, ricevere personalità illustri».