Adro, 2 ottobre 2010 - Un passo. Indietro. Il sindaco di Adro Oscar Lancini, per la prima volta, mette la retromarcia (almeno nelle intenzioni) e si dichiara disponibile alla cancellazione dei “soli delle Alpi” dalla scuola del suo Comune. Lo ha fatto via posta rispondendo alla lettera del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. La missiva è stata recapitata al Provveditore scolastico lombardo, Giuseppe Colosio. E’ lui stesso a confermarlo: «Il sindaco si è detto disponibile alla rimozione dei simboli», spiega il capo regionale della scuola.

 

Quindi ora si può ipotizzare che a breve quei 700 simboli della Lega Nord saranno cancellati dal polo «Miglio». La loro apposizione ha creato uno scompiglio tale da meritarsi i titoli anche di testate internazionali. Ma prima ancora, grande è stato il subbuglio creato dall’opinione pubblica. Se da un lato si è assistito a una strenua difesa dell’operato del sindaco da parte dei tantissimi leghisti di Adro, nel corso dei giorni è montata anche la polemica (partita molto in sordina) da parte degli oppositori. L’apice di questa spaccatura si è toccato l’altro giorno quando il sindaco ha deciso di rimandare il consiglio comunale per via della presenza dei giornalisti e di indirne un altro il giorno dopo a porte chiuse. Decisione poi rientrata, però del caso il sindaco non ha fatto parola. Ma la pressione su di lui si è fatta sempre più forte al punto tale da coinvolgere il presidente Napolitano e da far chiedere a due parlamentari del Pd le dimissioni del prefetto di Brescia.

 

Così, la lettera di ieri contribuisce notevolmente ad allentare la tensione. Nel testo, però, Lancini avanza un interrogativo: «Ok, ma adesso chi paga per la loro rimozione?». Una prima stima dei lavori si aggira attorno a 30mila euro e il sindaco parrebbe tutt’altro che disponibile ad attingere i fondi dalle casse comunali. In questo senso ecco l’intervento di Colosio che afferma: «Quello dei costi è un problema marginale». Segno evidente di una volontà alla mediazione. Infine, sempre ieri, la Cgil ha iniziato l’azione legale civile nei confronti del sindaco dopo la scadenza di una settimana fissata nella diffida.