Brescia, 19 luglio 2010 - La Guardia di finanza di Brescia, in seguito ad una serie di controlli in territorio provinciale, ha disposto la sospensione dell'attività lavorativa in un capannone di Piancamuno gestito da una 37enne di origini bergamasche. All'interno dello stabilimento, 18 lavoratrici straniere irregolari prestavano la loro opera per piccoli lavori di cablaggio di materiali elettrici.  In particolare i militari hanno identificato 25 ragazze (24 romene e un'ucraina) tra i 21 e i 25 anni. La maggior parte di loro, in possesso di un contratto a tempo determinato per quattro ore, lavorava tra le 8 e le 10 ore per sei giorni la settimana. Sette lavotarici sono risultate in nero.

 

La compagnia di Brescia, ha identificato inoltre 16 lavoratori in nero e un irregolare nel corso di alcuni controlli in un centro massaggi, in due saloni di parrucchiere, in ristoranti, pizzerie e paninerie kebab della città. Altri controlli della compagnia di Chiari hanno consentito di scoprire l'attività irregolare di due baristi a Rovato, un cuoco e una cameriera di Pompiano, tutti lavoratori in nero. Altri controlli infine, hanno portato alla interruzione del lavoro di sei operai che non erano a libro paga in una azienda artigiana di Lumezzane. Sono 511 i lavoratori irregolari (di cui 134 in nero) scoperti dalla Guardia di finanza di Brescia nel primo semestre 2010.