Brescia, 25 giugno 2010 - Una vita da precario. Quella della generazione mille euro, con una data di scadenza sempre più vicina. «La vita da precario si programma giorno per giorno e quando ti viene voglia di mangiare un branzino, metti in tavola una bella scatoletta di tonno in offerta». Così si racconta Vincenzo Alfonso, 25 anni calabrese, si è trasferito a Brescia nel 2005. «Dopo aver cambiato sei aziende, ora sono operario in un piccolo colorificio», con un contratto a tempo rinnovato mese per mese. «Guadagno mille euro e per ora, anche se con l’acqua alla gola, riesco ad arrivare a fine mese, con pochi ristoranti, pochi locali e tante serate a casa di amici».

 

Vive da solo in un monolocale e paga 340 euro di affitto. Poi ci sono le bollette. La spesa. «Le marche potrebbero anche toglierle per me, nemmeno le guardo, conta solo il prezzo, il più basso è mio». E poi? «Per fortuna non fumo, lo dico sempre, perché altrimenti avrei una tassa in più — scherza Vincenzo — Il cellulare non lo cambio da anni, ma non seguirei comunque la moda del cellullare più bello e la macchina l’ho presa di seconda mano qualche anno fa e finché non esala l’ultimo respiro non la cambio». Non ha una famiglia, ma un giorno sogna di farsela. «Non ho la fidanzata, ma avere un giorno una famiglia è il desiderio di tutti. Per ora però non ho le possibilità e ho messo da parte l’idea».

 

Vincenzo ha due passioni l’attività sindacale e l’hobbystica, ama il “fai da te”. Ma un precario si può permettere di coltivare hobby e passioni? «Il sindacato riesco a seguirlo senza troppi costi — sorride Vincenzo — mentre il fai da te da quando vivo solo l’ho abbandonato, troppi costi e poco spazio».
È stato un sacrificio? «No, sono altre le cose che mi dispiacciono: ho parenti in giro per il mondo e vorrei avere tempo un giorno per andarli a trovare». Che problema c’è, basta aspettare le ferie.

 

«Sarebbe semplice se le ferie le avessi, è da un anno che non faccio nemmeno un giorno di pausa, ma magari questa è la volta buona». E prosegue: «A volte sogno di fare un bel viaggio oppure un mese intero di solo mare». I sogni di una vita da precario. Ma i sogni son desideri, la realtà è un’altra: «Se quest’anno mi danno qualche giorno, mentre aspetto il mese di mare, vado in Francia a trovare i parenti».