Brescia, 8 giugno 2010 - Condizionato com’è dalla crisi economica e dai vincoli stretti imposti dal patto di stabilità «questo è il migliore dei bilanci possibili» per l’assessore al Bilancio Fausto Di Mezza che ieri ha presentato in consiglio comunale i conti del Comune per il 2010 e il bilancio triennale 2010-2012. E a imporre altri tagli arriva la manovra anticrisi del governo. Un taglio di spesa del 4,9%, secondo dati pubblicati dal Sole 24 ore, che cita come fonte il ministero dell’Interno, l’obiettivo di saldo finanziario nel 2011 previsto per il Comune di Brescia in 76.582 milioni di euro, il valore della manovra di 13.440.000, come dire 70 euro per ogni bresciano, mentre nel 2012 il taglio salirà al 6,4%.

 

«Se fosse davvero così dovremmo chiudere» commenta Di Mezza, che contesta le cifre riferite dal giornale: «Sono sbagliate, non tengono conto del decreto salva Brescia», che, nei mesi scorsi, invece che al solo 2007, ha esteso alla media del quinquennio 2003-2007 il calcolo del saldo finanziario. Ha aggiunto Di Mezza: «Per il 2011-2012 il saldo dovrebbe essere di 5 milioni, ma alla manovra mancano ancora i decreti attuativi. Vedremo».
Che al preventivo 2010 «saranno necessari aggiustamenti» lo ha anticipato del resto lo stesso assessore, ne sono previsti uno a inizio e un altro a fine estate, un terzo entro novembre. Bilancio «di rigore, ma senza tagli ai servizi ai cittadini» ha sottolineato Achille Farina capogruppo Pdl, «nè aumenti di tasse» ha ricordato il capogruppo della Lega Nicola Gallizioli. Opposizione all’attacco: «Bilancio fragile, senza priorità, solo proclami», per il Pd che ha presentato 25 emendamenti, tutti bocciati. Discussione in consiglio fino a sera, esito scontato, la maggioranza ha i numeri per approvare i conti, dicono no Pd, Idv, Sinistra arcobaleno e gruppo Castelletti.


La lega nei giorni scorsi ha messo il veto alla vendita di azioni delle società partecipate, 32 milioni previsti a bilancio («vedremo le condizioni di mercato» lascia invece aperta la strada Farina) e ha rinunciato a presentare emendamenti, ma restano fibrillazioni nella maggioranza.
«Senza futuro, che si limita a guardare una candela che si sta spegnendo» ha definito il bilancio Giorgio Agnellini, Gruppo misto. E Gianfranco Acri Pdl, ritirati i suoi 4 emendamenti, non ha rinunciato alle critiche: «Non è facile stare nei banchi della maggioranza e proporre interventi costruttivi. Le critiche ci stanno, come in ogni famiglia bisogna anche ascoltare i figli quando parlano» e intanto ha creato una corrente, il “Contenitore Acri” «sono del Pdl, ma dobbiamo stare più vicino ai cittadini, altrimenti noi lavoriamo e la Lega prende i voti». «La maggioranza non è coesa» annota Emilio Del Bono capogruppo Pd «chi critica viene bollato come eretico o confuso».
Il sindaco Paroli si prepara alla replica, il Pd contesta «replichi l’assessore», in aula scoppia la bagarre. Seduta sospesa.