Brescia, 26 maggio 2010 - Sulle sei discariche di amianto previste dalla Regione sul proprio territorio una dovrebbe sorgere a Caravaggio, nel bergamasco, due a Cappella Cantone e Cingia De’ Botti, nel cremonese e ben tre nel bresciano. La Leonessa d’Italia, ancora una volta, si trasformerà nella discarica più grande della Lombardia con oltre un milione di metri cubi di absesto che verranno suddivisi fra Montichiari 480mila metri cubi, Travagliato 453mila, la cava di via Brocchi in città da 80mila metri cubi.


Una capienza doppia rispetto alla necessità di smaltire i poco meno di 450mila metri cubi presenti sull’intero territorio provinciale, in grado di ospitare un terzo dell’amianto presente in tutta la regione.
A queste tre discariche potrebbe poi aggiungersi, sempre a Monitichiari, anche un impianto di inertizzazione dell’amianto, una tecnica che permette di fondere l’absesto ad altissime temperature e renderlo simile al vetro. Sarebbe il primo ad aprire in Italia.


Contro l’apertura delle discariche però, si è già scatenata da alcuni anni una guerra da parte di comitati di cittadini ma anche da parte degli stessi comuni, sui quali sono piovuti questi provvedimenti, senza la minima possibilità di avere voce in capitolo.
La Ecoeternit srl ha chiesto l’autorizzazione per la discarica nella frazione Vighizzolo di Montichiari e ha già ottenuto la Via (Valutazione di impatto ambientale) ed è in corso l’istruttoria per l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Diverse sono le petizioni per le quali i cittadini si stanno mobilitando anche attraverso i forum e i social network.


La discarica dove invece sono già cominciati i lavori è quella cittadina di via Brocchi. Questa mattina alle 9 il Comitato spontaneo contro le nocività fmanifesterà sotto l’assesorato all’Ambiente in via Marconi. Il comitato ha in passato promosso un presidio permanente durato oltre 6 mesi. Dal primo di febbraio il presidio è stato smantellato ma le proteste sono continuate, anche in questo caso il Tar si è pronunciato con una temporanea sospensiva verso la Profacta. Il 9 giugno si terrà l’udienza decisiva.