Omicidio di Castenedolo, il dna sotto le unghie di Anna non è del marito

Si complicano le indagini sull’omicidio della 54enne, Anna Mura, il 15 marzo scoperta con il cranio fracassato nella sua abitazione di via Matteotti di Beatrice Raspa

Angela Mura, trovata morta nella sua casa a Castenedolo

Angela Mura, trovata morta nella sua casa a Castenedolo

Castenedolo, 12 giugno 2015 - Si infittisce il giallo sull’omicidio di Anna Mura, la 54enne sarda che il 15 marzo è stata scoperta nella sua abitazione di Castenedolo con il cranio fracassato. Un delitto per il quale dopo due giorni è finito in carcere il marito, il cinquantenne Alessandro Musini, dal quale la donna voleva separarsi. Le indagini però si complicano, il caso appare tutt’altro che chiuso. Dagli accertamenti disposti dal pm Francesco Piantoni non sembrano al momento essere emerse risposte determinanti, né indizi a carico dell’unico indagato. Sotto la lente della Medicina legale c’erano due capelli rinvenuti in mano alla vittima, oltre a materiale genetico rimasto intrappolato sotto le unghie della 54enne.

L'esito dell’analisi tuttavia – il risultato è ancora ufficioso – sembrerebbe smentire l’ipotesi accusatoria. Quei capelli rimasti nel pugno di Anna Mura non apparterrebbero a Musini ma sarebbero suoi. Anche il materiale genetico sotto le unghie non presenta il Dna del presunto killer ma appare neutro. Idem per i consumi di energia elettrica nell’appartamento di via Matteotti: la mattina in cui è stato rinvenuto il cadavere sono stati individuati dei picchi, non incompatibili con la versione resa dall’uomo che aveva raccontato di essere uscito da casa alle 9.30, subito dopo avere spento il televisore, e di avervi fatto ritorno un paio d’ore più tardi. «Quando sono rientrato ho trovato mia moglie morta, mi sono spaventato e sono scappato» si era giustificato l’uomo con i carabinieri al momento del fermo. Rimasto irreperibile per un giorno e una notte, l’operaio è stato riconosciuto il 17 marzo in città mentre vagava sulla sua Opel Astra grigia. Investigatori e inquirenti non gli credono, ma allo stato solo l’anomala fuga lo compromette. Anche il bastone chiazzato di sangue rinvenuto in un campo di Castenedolo all’indomani del delitto, il manico di un’accetta sequestrata come presunta arma, non ha rivelato tracce della vittima o del marito. A a dare l’allarme era stato il figlio minore della coppia, Danilo, che quella mattina aveva dormito fino a tardi – questo il racconto del 15enne – e quando si è svegliato a mezzogiorno si era imbattuto nella madre priva di vita ai piedi del letto.