Calcio, il Brescia aggrappato al Coni

Le speranze di ripescaggio fra i cadetti affidate alla "vigilanza" dei vertici sportivi di Luca Marinoni

Tifosi Brescia

Tifosi Brescia

Brescia, 16 giugno 2015 - Si stanno facendo sempre più caldi i due fronti sui quali si sta giocando la fondamentale partita che deciderà le sorti della prossima stagione per il Brescia. In questo senso, da una parte, i nuovi dirigenti di via Bazoli sono impegnati a costruire la squadra che nel nuovo campionato avrà il non agevole compito di tornare a far volare le Rondinelle, mentre dall’altra sono intenti a salvaguardare i diritti e le aspettative bresciane nella questione-ripescaggio. Una situazione che, giorno dopo giorno, si sta facendo sempre più delicata e che si è trasformata ormai in un duello a distanza tra Brescia e Parma.

Per quel che riguarda il primo capitolo, sembra che Roberto Boscaglia sia sempre più vicino alla panchina biancazzurra. L’ex tecnico del Trapani in questo momento pare aver distanziato gli altri contendenti, tanto che l’unico, vero intoppo potrebbe essere considerato l’anno di contratto che ancora lo lega alla società siciliana. Un «connubio» che a questo punto, dopo i successi condivisi negli ultimi anni, entrambe le parti sarebbero felici di sciogliere. In attesa di sapere se l’ex allenatore granata taglierà vittoriosamente il traguardo e come proseguirà l’allestimento di un gruppo competitivo in grado di far dimenticare a tutto l’ambiente le sofferenze patite nella stagione appena conclusa, le novità più «calde» di queste ore giungono dal fronte-ripescaggio. Ieri mattina, come molti temevano a Brescia, il giudice Pietro Rogato ha prorogato fino a lunedì 22 giugno i termini per l’esercizio provvisorio del Parma Fc.

«La proroga - hanno spiegato i curatori fallimentari Angelo Anedda e Alberto Guiotto - è stata concessa per consentire alle due società interessate di formulare, a seguito delle trattative intercorse e delle informazioni acquisite, la loro offerta per l’acquisto dell’azienda sportiva del Parma FC S.p.A». Una decisione che ha fatto salire la preoccupazione dei tifosi bresciani, che temono che la volontà di evitare di perdere un patrimonio per il calcio come la blasonata società gialloblù finisca per vanificare i diritti di chi, come il Brescia, ha sempre rispettato le regole (e ne ha pagato le conseguenze come dimostra la retrocessione maturata proprio per la penalizzazione legata alle difficoltà della chiusura dell’era Corioni). Un’ansia che conferma la mossa della società di via Bazoli che ha interpellato tutti gli organi competenti affinché vigilino sul caso-Parma. L’ad Sagramola e il suo staff hanno scritto prima a Tavecchio e poi si sono rivolti pure al Coni, chiedendo che «gli organi competenti vigilino che l’ordinamento sportivo venga rispettato e i rapporti tra i diversi associati rimangano improntati al rispetto delle regole che non possono essere  disattese».

di Luca Marinoni