Mercoledì 24 Aprile 2024

Picchia la ex e i figli, poi si barrica in casa. Ma non viene arrestato: non c’è flagranza

Piancogno, tante drammatiche analogie con la strage di Ono San Pietro. L’avvocato della donna: «Minacciata col coltello. I bimbi intervenuti in difesa» di Beatrice Raspa

L'uomo è stato bloccato dai carabinieri (foto d'archivio)

L'uomo è stato bloccato dai carabinieri (foto d'archivio)

Piancogno, 8 gennaio 2015 - Una separazione in atto nella sostanza, ma non definita legalmente. I soliti figli contesi. Un marito che vuole passare il Natale in compagnia dei famigliari, viene riaccolto in casa e che poco prima di andarsene dà in escandescenze, minacciando e alzando le mani verso la consorte e i figli.

Debutto nel 2015 turbolento per una famiglia residente a Piancogno, in Valcamonica. Una quarantenne e tre bambini di 8, 12 e 14 anni sono finiti al pronto soccorso perché l’uomo in preda a una raptus violento li avrebbe pestati. L’ex non avrebbe risparmiato percosse e una coltellata nemmeno a due parenti della donna, a loro volta in ospedale. La signora, 41 anni, ha denunciato il consorte per lesioni e minacce. E lei ora vive insieme ai figli dalla sorella, in preda al terrore.

«E’ ancora vivo il ricordo del dramma di Ono San Pietro – dice l’avvocato Pierluigi Milani, lo stesso difensore che segue mamma Erica e i suoi famigliari -. Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi». Milani è reduce dal processo sfociato il 19 dicembre scorso nell’ergastolo inflitto in primo grado a Pasquale Iacovone, il papà accusato di avere ammazzato i figli di 9 e 12 anni appunto a Ono san Pietro per vendicarsi della separazione con la ex, Erica Patti. Era il 16 luglio 2013. Ieri Milani era in procura per sollecitare un intervento. Il timore è di essere in presenza di un altro caso di violenza tra le mura domestiche in Valcamonica che potrebbe sfuggire di mano.

L’uomo, da qualche mese trasferitosi in Francia per lavoro, il 22 dicembre era tornato a Piancogno per trascorrere le feste in famiglia. «La mia assistita lo aveva già denunciato per minacce e ingiurie su Facebook, non era convinta di accoglierlo in casa – spiega l’avvocato -. Prima di riaprirgli la porta si è consultata con i carabinieri e alla fine ha acconsentito». Il clima natalizio sembrava avere smorzato le tensioni e per qualche giorno non sono insorti particolari problemi. Ma la serenità è presto svanita con l’arrivo del 2015 e l’approssimarsi della ripresa post-natalizia. «Il 2 gennaio il marito ha dato fuori di matto – continua Milani -. Durante un litigio ha bloccato la moglie puntandole un coltello dietro la schiena e poi l’ha presa a pugni. Ha picchiato pure i figli che si sono messi in mezzo per difendere la madre. Infine ha minacciato di dare fuoco alla casa versando una bottiglia di dopobarba sul letto e dicendo che avrebbe appiccato un incendio».

La donna stando al suo racconto è riuscita a divincolarsi, a prendere per mano i due bambini e la bimba e a mettersi in salvo rifugiandosi alla vicina stazione ferroviaria. Da laggiù ha chiamato la sorella, la quale ha accompagnato i quattro al pronto soccorso – dieci giorni di prognosi per la 41enne, piena di lividi e con un trauma cranico, sette per i bambini, colpiti al volto, in testa e sul torace da pugni – e li ha ospitati tutti a casa propria. La violenza però non è cessata. «L’uomo ha fatto irruzione dalla cognata – continua l’avvocato –. Ha portato un coltello e ha ferito al collo il cognato. Ha anche lussato una spalla a un altro parente. Quindi è tornato nell’abitazione coniugale dove si è barricato». L’arresto tuttavia, cessata la condizione di flagranza, per i carabinieri si è rivelato impraticabile. Di recente il marito violento sembra avere raggiunto la Campania, sua terra d’origine. La consorte però, visto il precedente, è in grande ansia. E teme per la propria incolumità.