Impiegata del Comune denuncia irregolarità: punita

Indagini sulla sanzione di una funzionaria della Loggia, tolti 4 mesi di stipendio. Si muove la procura di Beatrice Raspa

Palazzo della Loggia a Brescia

Palazzo della Loggia a Brescia

Brescia, 25 agosto 2015 - Una funzionaria del Comune denuncia in Procura presunte irregolarità nell’ufficio in cui lavora e viene sanzionata: stipendio sospeso per sei mesi dal primo settembre. Lei è Ylenia Meini, impiegata da 17 anni all’anagrafe in Loggia. Un caso che adesso rischia di sollevare un polverone, anche perché Meini si è rivolta pure al magistrato dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone. Lo scorso autunno Meini avrebbe notato che molte cose non quadravano riguardo al trattamento delle posizioni anagrafiche dei famigliari conviventi degli stranieri entrati in possesso della cittadinanza italiana. Una volta prestato giuramento, infatti, il neo-italiano si procura presso il Paese d’origine la documentazione che attesta il suo stato famiglia e ne chiede la trascrizione in Comune.

Le domande però, secondo quanto denunciato, venivano molto spesso chiuse in un cassetto e dimenticate per anni, e poi protocollate molto tempo dopo falsificando le date come se le istanze risalissero a pochi giorni prima. Notate le incongruenze - marche da bollo di prezzi sbagliati, trascrizioni per persone decedute, cambi di date – Meini in ottobre ha deciso di chiederne conto alla dirigente. L’impiegata per tutta risposta a suo dire sarebbe stata demansionata, obbligata a non occuparsi più dei registri anagrafici e infine - chiesto un incontro con il direttore e il segretario generale della Loggia – trasferita in un altro ufficio al settore commercio. Di qui la scelta – siamo a febbraio 2015 - di presentare un esposto in Procura, cui ha fatto seguito un procedimento disciplinare avviato nei suoi confronti sfociato nella sanzione. «E’ una palese violazione di legge – lamenta l’avvocato Roberto Massari -. Ho cercato di parlarne con il sindaco ma non ho trovato appoggio. Faremo ricorso».

La vicenda ha richiamato l’attenzione del segretario provinciale del Psi, Lorenzo Cinquepalmi, che stigmatizza il mancato ricambio dei dirigenti, sempre allo stesso posto a dispetto dei cambi di maggioranza: «la cupola dei dirigenti aveva troppa fretta di tagliare la testa che ha osato alzarsi – dice Cinquepalmi - . Non hanno potuto licenziare la ribelle (difficile farlo in assenza di precedenti disciplinari) ma quattro mesi senza stipendio glieli hanno dati. E così ora hanno il precedente buono per la prossima volta. Le linee guida dell’Anticorruzione in materia escludono la possibilità di aprire procedimenti finché non sia dimostrata con una condanna per calunnia almeno in primo grado la falsità della denuncia».