Brescia, mappa criticità ambientali: sono 32 le aree a rischio secondo il Codisa

Brescia, ampliando la zona considerata, si aggiungono, alle 22 già esistenti, altre 10 nuove criticità, divise per intensità di impatto ambientale: una, Alfa Acciai, è valutata come più impattante, cinque sono di livello medio e il resto, per lo più discariche inerti, di minore intensità di FEDERICA PACELLA

La cartina con segnati tutti i punti critici a livello ambientale attorno a Brescia

La cartina con segnati tutti i punti critici a livello ambientale attorno a Brescia

Brescia, 28 novembre 2015 - Trentadue criticità ambientali nel raggio di 3 chilometri dal centro di Buffalora. E a meno di 6 km ce ne sono altre due. E’ il risultato della nuova mappa elaborata dal Codisa San Polo, che ha aggiornato quella del 2012, dove era stato considerato un raggio di 1,5 km dal centro del quartiere. Ampliando la zona considerata, si aggiungono, alle 22 già esistenti, altre 10 nuove criticità, divise per intensità di impatto ambientale: una, Alfa Acciai, è valutata come più impattante, cinque sono di livello medio e il resto, per lo più discariche inerti, di minore intensità. «In questo contesto – sottolinea Angelamaria Paparazzo, portavoce del Codisa – si vorrebbe avviare la discarica di putrescibili Castella. A oltre un anno dall’anticipo di diniego per incompatibilità ambientale, la Regione non ci ha fatto ancora sapere se questo diniego sarà confermato».

Tutti gli enti coinvolti si sono detti contrari, da Asl (per l’impatto sulla salute) ad Arpa fino ai Comuni.«Manca solo la Regione – ricorda Gabriele Avalli, del comitato – a parole tutti gli esponenti politici si sono detti contrari, vogliamo vedere che peso hanno». Le criticità della discarica sarebbero numerose. Ultimo tassello, svelato dal Codisa, è che la discarica sarebbe più estesa del quartiere stesso: 416mila mq la prima, 317mila mq Buffalora. Poco convincente, poi, lo studio sull’impatto odorigeno presentato dalla società proponente nei mesi scorsi, visto che a poca distanza c’è il centro abitato di Buffalora. C’è poi la questione dell’escursione della falda: dai 116,3 metri sul livello del mare del 2009 siamo passati a 121 nel 2014: per adeguare la distanza tra fondo discarica e falda bisognerebbe coprire con oltre 1 milione di metri cubi di ghiaia. Non da ultimo, la Castella srl si sarebbe impegnata a diminuire i metri cubi di inerti da 1.980.000 a circa 1.600.000 mc: i 350.000 mancanti sarebbero sostituiti con rifiuti speciali particolari, anche provenienti da bonifiche (leggasi Caffaro). «Una piccola quota di non inerte è ammessa dalla legge – ricorda Paparazzo – ma qui è stato chiesto una deroga. Vuole dire che loro intenzione è conferire anche rifiuti speciali in un’area al centro del futuro Parco delle Cave».

Alla Regione dunque, il comitato chiede di confermare al più presto il diniego e di impegnarsi ad una riduzione dei rifiuti con una moratoria sugli imballaggi e con un uso più coerente degli inceneritori da parte di chi conferisce i rifiuti. «A Brescia – ricorda Paparazzo – arrivano rifiuti, nel termoutilizzatore, da altri territori. Le ceneri che ci rimangono sono tossiche e difficili da riciclare: chiediamo che i «proprietari» dei rifiuti se le riprendano».