Franciacorta, acque delle rogge troppo inquinate: a rischio le colture

Disciolti nell’acqua sono presenti pesticidi e fitofarmaci dovuti all’uso intensivo che ne è stato fatto in passato nei vigneti e che ancora si fa nelle altre coltivazioni di Milla Prandelli

Fiume (Newpress)

Fiume (Newpress)

Rovato, 20 luglio 2015 -"Le produzione agricole e animali di alcuni paesi della Franciacorta, dove i campi sono irrigati dalle acque delle rogge Seriola Nuova, di Chiari e Castrina, potrebbero essere rischiose per la salute». A lanciare l’allarme è Silvio Parzanini, presidente dell’associazione Parco Agricolo di Franciacorta e socio di Legambiente.

«Il rapporto Ispra 2014 evidenzia come nei punti di prelievo di Rovato per la Seriola Nuova, di Chiari e di Cazzago San Martino per la roggia Castrina, i livelli di contaminazione siano superiori al limite consentito per legge», spiega Parzanini. Disciolti nell’acqua, sono presenti «pesticidi e fitofarmaci – prosegue – dovuti all’uso intensivo che ne è stato fatto in passato nei vigneti e che ancora si fa nelle altre coltivazioni». Nel mirino, in particolare, il Glifosate, che per la salute«è particolarmente pericoloso e che potrebbe causare problemi neurologici, gastrointestinali e persino dare dei problemi allo sviluppo dei neonati».

A preoccupare gli ambientalisti sono anche fecali, tensioattivi, fosforo e azoto, che nel fiume Oglio tra Paratico e Palazzolo hanno valori ben oltre la norma. E proprio a Palazzolo hanno la loro origine le due rogge prese in esame. «Se il rapporto Ispra può considerarsi datato perchè è del 2014 e analizza la situazione del 2012 - rimarca Parzanini- sono dei giorni scorsi il monito dell’Asl di Brescia a non fare il bagno nell’Oglio e le conseguenti ordinanze di divieto di balneazione emesse dai sindaci di Capriolo, Palazzolo sull’Oglio e Paratico». E se non si può fare il bagno «coem mai non ci son o altri divieti? Vengono fatti controlli? È possibile mangiare il mais che cresce nei campi bagnati da Castrina e Seriola Nuova di Chiari?», si chiede ancora il presidente dell’Associazione Parco Agricolo.

Lo stesso vale per la carne degli animali allevati nella zona. Alcuni mesi fa Legambiente si è anche rivolta ai comuni di Cazzago San Martino, Ospitaletto, Gussago, Castegnato, Rovato e Roncadelle oltre che ai consorzi dell’Oglio e dell’Oglio - Mella. «Abbiamo scritto una lettera in cui chiediamo lumi - dice il presidente di Legambiente Fanciacorta Giovanni Manfredi - ma per ora non abbiamo avuto risposte». Ora gli ambientalisti sono pronti a dare battaglia. «Nei prossimi giorni torneremo a scrivere ai comuni - conclude Parzanini - ma non escludiamo iniziative di protesta e esposti alla magistratura». Chiedono certezze e rassicurazioni sulla salute pubblica, ma non vogliono incolpare i sindaci. «La situazione è dovuta soprattutto all’incuria del passato - prosegue Parzanini -. La Valcamonica ha pochi collettori e infrange le noerme europee, come il depuratore di Paratico». A farne le spese sono i prodotti agricoli, ad eccezione del vino, dato ceh i filari non vemgono irrigati. «Chiediamo di creare un tavolo di confronto - conclude Parzanini - per capire se i pericoli esistano. Noi siamo disponibili al confronto ma non accettiamo la mancanza di risposte». Nell’Oglio, però, in barba ai divieti, non manca chi cerca refrigerio con un tuffo.