2008-06-27
di MARIO PARI
— BRESCIA —
TITO ALABISO se ne è andato 5 anni fa, le sue foto rimarranno per sempre e nei prossimi giorni, in minima parte rispetto all'immensità lasciata, verranno esposte. "Reportage" è il titolo della mostra curata da Celio Berti, che verrà inaugurata il 4 luglio nella "Wave photogallery" di via Trieste 32/a. Rimarrà aperta fino al 30 luglio e sarà l'ennesima occasione per apprezzare un approccio alla fotografia se non unico, certamente particolare. Tito era reporter nell'animo, amava i viaggi e li ha documentati con la poesia delle sue immagini. Ma gli occhi azzurri del fotoreporter, le grandi mani da contadino siciliano, si alleavano immancabilmente per lo scatto dove la notizia veniva composta secondo un'estetica apprezzata da agenzie e quotidiani tanto locali quanto nazionali. Tito si è battuto sino alla fine per la qualità del fotogiornalismo, dove l'interesse per l'immagine non derivasse da contenuti macabri, ma dalla capacità di far capire cosa effettivanente fosse successo. Ha saputo cogliere l'attimo e fermarlo tanto mentre passeggiava lungo i vicoli della sua Brescia, quando l'occhio si posava sul particolare, quanto nei viaggi con la sua Milly e i figli Massimiliano e Corinna, cresciuti a pane e obiettivi. Il destino ha voluto che l'era del digitale lo incontrasse nell'ultima fase della sua esistenza. La sua foto, quindi, è stata pressochè totalmente quella del «rullo da correre a portare a stampare perché la pagina deve chiudere», ma anche «del rullo, che se hai sbagliato lo scopri solo in studio». Ma questo non riguardava certamente gli scatti del "Benny".