2008-05-17
di ITALIA BRONTESI
— BRESCIA —
DICIOTTO ANNI e 4 mesi. È la condanna inflitta dai giudici d’appello, che hanno confermato il verdetto del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, a Chamile Ponnamperumage Wimal, 24 anni, il sacrestano cingalese di San Gaudenzio, a Mompiano, che il 18 agosto del 2006 uccise in chiesa una ragazza bresciana, Elena Lonati, 23 anni. Ieri Chamile, che tutti chiamano Camillo, era in aula, l’aria spaurita. È in carcere ormai da quasi due anni.

«LAVORA, fa le pulizie all’ufficio matricola e studia», ha raccontato il suo difensore l’avvocato Marco Capra. Davanti ai giudici d’appello, presidente Giacomo Sartea, consigliere Enzo Platè, ha ripetuto di essere pentito e ha chiesto perdono ai genitori della ragazza. I Lonati si sono costituiti parte civile con l’avvocato Luigi Frattini, ma non erano in aula ieri e neppure al primo processo celebrato nell’ottobre scorso. Ieri in aula c’erano i genitori di Chamile, che fanno i custodi a Mompiano accompagnati dalla loro datrice di lavoro.

IL CORPO di Elena Lonati era stato trovato la sera del 19 agosto, quando erano stati avvertiti dal parroco con cui si era confidato Camillo. Il 18 agosto a mezzogiorno il giovane cingalese stava per chiudere la chiesa. Dentro c’era una giovane che lui non conosceva personalmente. Elena Lonati, entrata per accendere una candela. Il sacrestano, secondo la sua confessione, avrebbe detto alla ragazza di sbrigarsi ad uscire, ma lei si sarebbe attardata. Ne sarebbe nata una discussione e il sacrestano avrebbe spinto Elena che, così sbilanciata, sarebbe caduta all’indietro, battendo la nuca sull’appoggiapiedi di un banco.
A quel punto Camillo avrebbe perso la testa e invece di chiamare aiuto, convinto che per la ragazza non ci fosse più niente da fare e per paura delle conseguenze, avrebbe deciso di risolvere a modo suo, infilando il corpo in sacchi di plastica e legando il nastro adesivo sulla bocca e attorno al collo della ragazza. Poi aveva trascinato il corpo su per la scala del vecchio pulpito. Elena, ha accertato il medico legale, è morta soffocata dal nastro. La sera Camillo ha assistito alla messa, la notte ha dormito in casa e il giorno dopo si è allontanato. Nel pomeriggio ha telefonato allo zio e poi al parroco.