Le incognite dei mercati

I profondi cambiamenti in atto nella società globale fanno riflettere. I vecchi modelli econometrici degli economisti non hanno più valore di RICCARDO RICCARDI

Milano, 10 febbraio 2016 - I profondi cambiamenti in atto nella società globale fanno riflettere. I vecchi modelli econometrici degli economisti non hanno più valore. Tante sono le imprevedibili variabili che sconvolgono quotidianamente i businessplan, che diventano documenti da Oracolo di Delfi che scriveva le previsioni sulle foglie al vento. Draghi, nocchiero della Bce, è determinato nell’inviare il messaggio ai governi degli Stati membri: una politica monetaria convenzionale non è più sufficiente regolatore. Ne occorre una coordinata per difendere il mercato europeo da una speculazione che, secondo lo stesso Draghi, deriverebbe non da gnomi ma da sommovimenti tellurici globali in atto, dall’impatto sconvolgente.

Draghi ha un osservatorio privilegiato. Bisogna capire però quanto di diplomazia ci sia nelle parole del capo della Bce per evitare di gettare benzina (costa poco!) sul fuoco, dando corpo alle ombre. Venendo a casa nostra, la schizofrenia della Borsa e l’attacco alle nostre banche fa pensare diversamente. Il governatore di Bankitalia Visco, durante il recente Forex, le ha richiamate per ridurre i costi. Per il Presidente Renzi, più tranchant, le banche sono troppe. Nel sistema bancario italiano è in atto un risiko che riguarda, in particolare, il futuro delle popolari, che si stanno trasformando in spa.

La conseguenza è il drastico cambiamento della governance che le renderà contendibili. Sono in corso manovre e si profila allo orizzonte il matrimonio Verona-Milano. Sulle altre banche, per ora, gossip. Va considerato con attenzione il fatto che, a breve, si potrà comandare in banca anche comprando, con pochi euro, partecipazioni modeste. L’attività della speculazione sul Montepaschi (e non solo!), terza banca italiana, appare chiara: si deprime il titolo per comperare poi una quota del capitale, anche ridotta, sufficiente a comandare. Il nemico è alle porte. Il capitano Drogo non lo scorge. La fretta può essere anche cattiva consigliera ma l’egoismo, lento e inerte, contro il cambiamento è peggiore.

di RICCARDO RICCARDI