Dimmi che usato compri e ti dirò chi sei: boom di 'seconda mano' in Italia

Ci sono i furbi, gli ideologici, gli appassionati e chi spende per il piacere di fare shopping. Il giro d'affari? Da record di LUCA ZORLONI

Il vintage protagonista

Il vintage protagonista

Milano, 2 marzo 2016 - Ci sono i furbi, quelli che: «Non me faccio nulla, tanto vale guadagnarci su». Quelli che mettono in vendita il regalo scartato della zia o ripuliscono le cantine dei genitori a caccia degli oggetti su cui riposano tre-quattro dita di polvere. Ci sono gli ideologici: «Basta alimentare questa economia del consumismo». Integerrimi oppositori di mode e dintorni, pasdaran dello spendere troppo per il nuovo a tutti i costi, vigili censori dei costumi altrui, vivono l’acquisto di «seconda mano» come un’azione da dieci e lode in morale. E ci sono gli appassionati di usato, quelli che fa trendy avere in casa un mobile che dimostra tutti i suoi anni (forse decenni). E quelli che spendono per il piacere di fare shopping, nuovo o usato poco importa. Il risultato è che il giro d’affari di oggetti di seconda mano in Italia nel 2015 ha totalizzato la cifra record di 18 miliardi di euro, che più o meno si avvicina a un punto percentuale del Prodotto interno lordo nazionale. Saranno cianfrusaglie, ma valgono oro. Anche perché è un segmento destinato a crescere, almeno a osservare i trend che l’istituto di ricerca Doxa e il portale di compravendita di usato Subito hanno messo insieme nella loro analisi sul settore in Italia.

Partiamo dai risultati. Ossia, quanto si monetizza dalla vendita di roba vecchia? Circa 1.020 euro quando si espone nei mercatini dell’usato, 1.220 se si opera in rete. Proprio internet è diventato il propulsore di questa economia, tanto che dal suo andamento di cerco e trovo nel 2015 è dipeso il 38% del giro d’affari complessivo, per una cifra che raggiunge i 6,8 miliardi di euro. Merito soprattutto del settore auto e moto: nel 2015 gli italiani hanno speso circa 4,2 miliardi di euro in rete per acquistare una quattro ruote o una due ruote di seconda mano. Altri 980 milioni di euro sono andati a casa e arredo e 360 milioni all’abbigliamento. Secondo Doxa, in Italia il 50% della popolazione italiana under 45 che vende e acquista oggetti usati, grazie alla tecnologia, anche online (40%). Chi compra? Innanzitutto i Millennials, per avere cose sempre nuove (34% - 28/30 anni) o per far fruttare gli oggetti inutilizzati di casa (15% - 20/24 anni). I nostalgici, avversari del consumismo, sono l’11% (30/35 anni – €380 di spesa media online), chi compra in base ai bisogni il 10% (35 anni – €700 di spesa media online) e gli amanti del vintage l’8% (over 45 – €1.980 di spesa media online). Ma a dispetto delle impressioni, sono un italiano su cinque vende online per guadagnare: il 22%, per Doxa, contro il 38% del 2014. Perché sono cambiate le abitudini e i consumi, spiega Francesco Morace, Presidente di Future Concept Lab, «si fanno intelligenti».

di LUCA ZORLONI