Bossetti, dialogo choc in carcere con i figli: «State seguendo papà in tv?»

Canta e ride durante la visita della famiglia in carcere a Bergamo. Racconta il momento dell'arresto e commenta: "Tutti matti, ma facciamo venire la rabbia a tutti, va là" di Gabriele Moroni

Massimo Giuseppe Bossetti e la moglie Marita Comi

Massimo Giuseppe Bossetti e la moglie Marita Comi

Bergamo, 2 marzo 2015 - Un uomo canta per la moglie e i suoi bambini. Intona Guerriero, di Marco Mengoni. Una scena di ordinaria felicità domestica. Ma l’uomo è Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, e la scena si svolge in una sala colloqui del carcere di Bergamo, il 27 gennaio. Le ‘cimici’ intercettano il canto di Bossetti e le sue parole alla moglie Marita Comi e ai tre figli. Rievoca l’arresto «raccontando – annotano i carabinieri del Ros – quasi con fierezza quanto accaduto, soprattutto per l’attenzione attirata su di sé». Al punto da chiedere ai figli se lo vedono in tv. «‘Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi’, vedrai, devi avere fiducia». Bossetti mescola canto e parole. Uscirà? Uscirà questo mese? «Aspettiamo, non lo so vediamo, perché se il papà non ha fatto niente è inutile che deve stare qua, capito?», dice Marita ai figli.

Canta ancora: «Vinceremo, contro tutti, chi se ne frega di tutta quella gente qua che ci vogliono male, sai quante persone, quante... che vedo qua in un giorno qua dentro... parecchie...». E subito dopo: «Parecchie, tantissime, tantissimi che portano dentro con le manette e mi viene sempre in mente a me quando mi hanno portato via... Una aveva la paletta fuori dal finestrino davanti (gesticola e mostra come facevano), dove è seduta la mamma, fermava tutte le macchine, così... con la paletta così, tutti in parte e loro sfrecciavano a destra e sinistra, veloci no, con le sirene, tuttti matti... tutti...». Ride anche mentre prosegue nel racconto. «Dopo mi hanno portato lì alla caserma di Bergamo, quando sono sceso dalla macchina c’era pieno di carabinieri, (ride) tutti dentro così, come se avessero preso chissà chi... il papà è forte, non cede... facciamo venir rabbia a tutti va là...». Tutto quello spiegamento per lui solo. «C’ero solo io, però non potevo pensare se erano per me o cosa, perché io ero dentro coi piedi dentro nel cemento... a lavorare... e mi hanno tirato fuori (ride)... che gente! Ogni volta che vedo la tv quel momento lì che mi tirano fuori... lo vedete alla tv il papà? Esce dalla macchina dei carabinieri, dopo sono rimasto lì a parlare con loro... ma non mi ricordavo».

Notte del 16 giugno 2014. Bossetti è blindato da qualche ora. I familiari vengono ascoltati dai carabinieri di Bergamo. Dominano i loro discorsi agitati il fermo e la rivelazione che Ester Arzuffi ha avuto i gemelli Massimo e Laura Letizia non dal marito Giovanni ma dall’autista Giuseppe Guerinoni. Il figlio minore Fabio con la moglie Monica e la nuora Marita hanno affrontato Ester. «Ha coperto un assassino», dice Marita piangendo. «Credo – è la replica di Fabio – più tanto che sia bugiarda la mia mamma, piuttosto che sia assassino mio fratello, anche se magari mi sbaglio». Un rovello che non abbandona Marita Comi. Intercettata il 14 agosto con la cognata Nadia, promette che se i test di paternità commissionati dalla difesa avessero confermato che Massimo e Fabio erano figli illegittimi, non avrebbe più rivolto la parola alla suocera. Lo stesso Bossetti, nell’incontro dell’8 novembre, cerca di fare desistere Ester dalla sua ostinata negazione: «Solo tu sai la verità mamma». Il 29 giugno è il primo incontro tra Bossetti e la moglie. Il 3 luglio si parla del sequestro di un coltello e di alcuni taglierini. Marita chiede del coltello: «Non lo hai mai usato fuori? Sei sicuro?». Il marito: «Mai». Marita: «Non troveranno niente Massi?». Bossetti: «Non troveranno niente perché non ho fatto niente». L’argomento torna il 29 luglio. La sera prima Marita ha trovato altri due taglierini, li ha nella borsa. «Buttali, buttali... capito? Buttali via pure», la esorta il marito.