Yara, la moglie di Bossetti in tv a Matrix: «Massimo non ha mai guardato le minorenni. Il vero assassino è ancora libero»

Marita Comi: "Gli hanno detto di non parlare e di non guardarli in faccia: quando l'hanno preso non era più lui. Noi stavamo guardando la televisione, con i titoli su Yara. Poi sono arrivati i carabinieri, 15 o 20, e hanno detto: lo sa che Ignoto 1 è suo marito?" di Gabriele Moroni

A sinistra, Massimo Bossetti, a destra, la moglie Marita Comi

A sinistra, Massimo Bossetti, a destra, la moglie Marita Comi

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Bergamo, 9 ottobre 2014 - «Da mamma anch’io capisco il loro dolore. Però sono sicura dell’innocenza di mio marito. Sono sicura che l’assassino è ancora in giro». Il trucco appena accennato non sempre riesce a nascondere l’emozione, anche se la voce si mantiene registrata su toni pacati. Marita Comi è stata intevistata da «Matrix», in onda ieri in seconda serata su Canale 5.

La moglie dell’uomo in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio difende per un’ora l’innocenza del marito, la normalità di un menage familiare, una vita andata in frantumi. «Una famiglia normale. Litigi ce n’erano, come in tutte le famiglie. Una vita normale». Il pomeriggio del 16 giugno, quel lunedì. «Dalla faccia era sconvolto. Lui è muratore, stava gettando la soletta, era nel bitume fresco, non poteva scappare come invece hanno detto. L’hanno ammanettato subito e gli hanno detto: non parlare, non dire niente, non guardarci in facciaMi dispiace che, quando è stato portato in caserma, abbia sentito le grida di chi invocava la pena di morte. Mi ha raccontato che i carabinieri hanno fatto le foto con lui sui loro telefonini. Volevano una foto con il presunto assassino».

Marita è con i tre bambini nella casa di Mapello. «Mi ricordo bene la scena. Erano le 18.25, ho visto i titoli di Studio Aperto. Il primo era sull’assassino di Yara. Ho detto a mio figlio: ‘Per fortuna che lo hanno trovato’. Arriva mia figlia e mi dice: ‘Mamma, arrivano i carabinieri’. Erano quindici o venti. Mi hanno chiesto se conoscevo la storia di Yara. ‘Sì, certo’, ho risposto. Lo sa che Ignoto 1 è suo marito?’». Quel foglietto trovato a Bossetti con tanti nomi di donne e quelli che parrebbero numeri. Era un modo per ricordare il numero del pin della carta di credito. «Ne ho uno anch’io, scritto da mio marito».

Ester Arzuffi, la madre di Massimo, la suocera di Marita. I suoi segreti. È vero il vostro litigio al commissariato? «Litigio no. Assolutamente. Ero sconvolta. La prima persona che ho visto è stata la signora Ester. Le ho detto: ‘Se ha fatto qualcosa, lo voglio sapere adesso’. ‘Non è vero. Massimo è figlio di Gianni Bossetti’». Lei le crede? «Le credo per rispetto di mio marito, è sua madre. Poi vedremo. Le credo per adesso». La vita privata. L’intimità coniugale. la reciproca fedeltà messa in dubbio. Marita non si sottrae. I due amanti della donna, la cui testimonianza è stata acquisita nell'inchiesta? «La mia vita privata vorrei che rimanesse privata, ma ormai è diventata pubblica. Risponderei comunque». Bossetti non ha mai avuto attenzioni per minorenni. «Questa cosa non l’avrei accettata. Se fosse stato vero, avrei pensato prima di tutto a difendere le mie due bambine». Il Dna sugli indumenti di Yara, per l’accusa la prova regina. «Prima vorrei essere certa che sia il suo. Una volta accertato questo, non lo so spiegare, come non se lo spiega lui».