Bossetti, i misteri della madre Ester: «Illegittimo anche il terzo figlio»

I pm: il padre naturale non è il marito di Ester né Guerinoni. Il pubblico ministero chiede a Bossetti: «Lo sa che suo fratello non è figlio del padre?». «Non ci credo», è la risposta pacata ma secca di Gabriele Moroni

Ester Arzuffi, madre di Massimo Giuseppe Bossetti

Ester Arzuffi, madre di Massimo Giuseppe Bossetti

Bergamo, 4 ottobre 2014 - «Ma lei lo sa che anche suo fratello non è figlio di Giovanni Bossetti?». Le 11 del mattino del 6 agosto, un agosto rugiadoso, che dalle parti del carcere di via Gleno a Bergamo sembra ancora più malinconico. A quell’ora viene registrata la domanda del pubblico ministero Letizia Ruggeri all’uomo biondo, snello, che le sta di fronte. «Non ci credo», è la risposta pacata ma secca di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello in cella per l’omicidio di Yara Gambirasio. Una domanda che il magistrato formula per quella che è: non un interrogativo ipotetico ma una certezza acquisita.  Menzogne e pochi sortilegi. Bugie che coinvolgono e sconvolgono, con un effetto domino, grappoli di famiglie. Storie di provincia, dove il peccato è segreto e nello stesso tempo pubblico e amplificato. E più ci si addentra in questa riedizione orobica di Beautiful, e più si ha l’impressione che una buona parte ruoti attorno ad Ester Arzuffi. Alta, slanciata, aspetto curato, che non ha dimenticato come si fa ad essere belle nonostante le 67 non facili primavere.

La genetica ha già svelato con l’assoluta e spietata certezza di un 99,9 per cento infinitamente periodico che i suoi figli gemelli, Massimo Giuseppe e Laura Letizia, venuti al mondo a Clusone il 28 ottobre del 1970, non sono figli del marito Giovanni. Ester li ha avuti dalla relazione con Giuseppe Guerinoni (il secondo nome di Massimo), autista di corriere che non disdegnava di fare il piacione con le passeggere sopratuttto in vista del capolinea. Con Ester erano vicini di casa in quel di Parre. Guerinoni guidava il «tramino», il pullman arancione che si muoveva nella modesta toponomastica della zona, fra Parre, Piario, Ponte Selva. La mattina dava un passaggio alla Ester insieme con il collega e amico Vincenzo Bigoni, il primo che poi racconterà ai giornali le scappatelle del Giuseppe. Nel 1975 viene al mondo il terzo figlio, Fabio, che oggi è titolare di una piccola impresa di materiale elettrico a Brembate di Sopra, il paese di Yara. Anche l’ultimo dei ragazzi Bossetti, stando alle sicurezze degli inquirenti, avrebbe un padre naturale. Figlio di un altro uomo, che non è il Giovanni e neppure il Giuseppe. Ester e le bugie. Ester e i segreti. Quando Massimo viene blindato, sua moglie Marita affronta la suocera con i pugni al cielo. Ester nega come non ha smesso di negare. Decisa, tetragona.  È andata in carcere dal figlio, gli ha parlato. Il legame è forte. Lo è molto. Tanto da far pensare che Ester possa nascondere altri segreti.

Quel sabato 26 febbraio del 2011, quando Yara è una piccola bambola ritrovata nel campo incolto di Chignolo d’Isola, Massimo chiama la madre, la informa del ritrovamento, la invita a raggiungerlo. E ci si chiede anche se Ester, tanto sicura da presentarsi spontaneamente al test del Dna, non ne abbia mai parlato al figlio, soprattutto dopo avere compreso che il laccio si faceva sempre più stretto. O se non ne abbia mai ricevuto una confidenza, anche la più terribile. Alla fine (del tutto momentanea) la storia di Ester Arzuffi si riavvolge su se stessa, torna là dove era iniziata e da dove, forse, tornerà a riavviarsi. Ai segreti Giorni nel segno della polemica. Una sortita televisiva dell’avvocato Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, ha riproposto l’ipotesi dell’omicidio di Yara come vendetta contro la famiglia. Secca replica con un comunicato dei legali della famiglia Gambirasio: «Illazioni inaccettabili».