Yara, processo Bossetti all'ultimo atto: assalto al posto e tribunale blindato

Bergamo, solo ottanta accessi nell’aula dove è attesa la sentenza

Tribunale di Bergamo (De Pascale)

Tribunale di Bergamo (De Pascale)

Bergamo, 1 luglio 2016 - Sarà un Tribunale blindato, quello che questa mattina accoglierà Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, che comparirà per l’ultima volta davanti alla Corte d’Assise di Bergamo, composta dal presidente Antonella Bertoja, dal giudice a latere Ilaria Sanesi e da sei giudici popolari. L’imputato rilascerà delle dichiarazioni spontanee, quindi i giudici si riuniranno in camera di consiglio per decidere la sua sorte: rischia l’ergastolo. Per l'ultimo atto di quello che è stato definito “il processo dell’anno” è previsto un vero e proprio assalto al tribunale di Bergamo: moltissimi saranno i cittadini che vorranno entrare in aula per assistere alla lettura della sentenza (se arriverà entro oggi) e si metteranno perciò in coda sin dalle prime ore del giorno. E moltissimi saranno anche i cronisti di giornali e televisioni che cingeranno d’assedio via Borfuro. Il palazzo di giustizia perciò, più che nelle precedenti occasioni, sarà presidiato da carabinieri, poliziotti e agenti di polizia locale, la cui presenza sarà rafforzata rispetto al solito e ai quali daranno manforte le guardie giurate del Gsi Secourity Group, che si occupano della sicurezza all’interno dell’edificio.

Al momento della lettura della sentenza non saranno ammesse le telecamere, decisione presa dopo che i giudici togati e quelli popolari, nelle scorse settimane, hanno ricevuto minacce di morte. Il dibattimento è pubblico e quindi a porte aperte. Potranno dunque assistere alla lettura del dispositivo i rappresentanti degli organi di informazione ma anche i semplici cittadini. Tuttavia i posti sono limitati (circa un’ottantina) a causa della capienza ridotta dell’aula della Corte d’Assise. Le guardie giurate consentiranno l’accesso al pubblico fino ad esaurimento dei posti disponibili, mentre tra i giornalisti entreranno solo quelli in possesso del regolare accredito. Dovranno però lasciare cellulari, tablet e telecamere (come è successo per tutta la durata del processo). Le guardie del tribunale hanno allestito nel corridoio vicino all’aula dove Bossetti ascolterà la sentenza, un check point supplementare, oltre ai due consueti posizionati all’ingresso del palazzo di giustizia. Cellulari, smartphone ed eventuali altri dispositivi verranno imbustati, contrassegnati e restituiti al proprietario all’uscita, dopo la lettura della sentenza.

Tribunale blindato all’interno, dunque, ma anche fuori, dove saranno presenti altri poliziotti, carabinieri e agenti della polizia locale. Sarà in vigore anche oggi l’ordinanza varata dal comando di via Coghetti che dispone il divieto di sosta in via Borfuro (ad esclusione dei veicoli autorizzati), nel tratto compreso fra l’intersezione con via Sant’Alessandro e il civico 14, dove potranno essere collocati i furgoni delle emittenti televisive. Ancora non si sa se i genitori di Yara saranno presenti quando i giudici usciranno dalla camera di consiglio per rendere nota la loro decisione o se preferiranno farsi rappresentare dai loro legali, gli avvocati Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo. Probabile, invece, la presenza della moglie e della madre di Massimo Bossetti, Marita Comi ed Ester Bossetti.